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Politiche 2018 | Antonino Daffinà, l’ex commissario Aterp in corsa per Palazzo Madama

Il commercialista vibonese scende in campo nel proporzionale al Senato con Forza Italia sostenendo un progetto: «che può rilanciare la Calabria e il Vibonese»

Politiche 2018 | Antonino Daffinà, l’ex commissario Aterp in corsa per Palazzo Madama

L’identikit

Antonino Daffinà (detto Tonino) candidato con Forza Italia – Proporzionale Senato 3° posto.

Nato a Roma il 25 gennaio 1961 e residente a Vibo Valentia.

Professione: commercialista e revisore contabile anche presso i comuni con esperienza trentennale.

Attività politico-sociale: Passione per la politica e la pubblica amministrazione all’interno della quale ha ricoperto diversi ruoli istituzionali di primo piano da quello di vicesindaco con delega al Bilancio e al Personale al comune di Vibo Valentia a quello di consigliere comunale fino al ruolo di commissario straordinario per oltre 3 anni dell’Aterp di Vibo Valentia. Nel corso della sua attività politica ha anche ricoperto ruoli di rilievo all’interno del proprio partito politico.

 

L’intervista

Quali sono le motivazioni che l’hanno spinta a candidarsi?

«Ho scelto di accettare la candidatura offertami dal mio partito, Forza Italia, in primo luogo per contribuire alla crescita del nostro territorio. Credo che il Vibonese meriti una rappresentanza quando più numerosa e preparata possibile. Forza Italia ha le idee chiare sulle scelte da compiere per far veramente e seriamente ripartire la macchina Italia e per quanto mi riguarda ho scelto di spendere le mie competenze per essere parte propositiva e propulsiva del processo di crescita della Calabria che deve uscire dal pantano in cui il centrosinistra a livello nazionale e locale l’ha fatta sprofondare».

 

Quali le priorità della sua azione politica e del suo partito?

«Le priorità che personalmente e come Forza Italia vogliamo perseguire sono diverse ma in particolare vogliamo operare su quelle leve che consentono una reale crescita del territorio. In primo luogo il problema infrastrutturale. Bisogna investire in Calabria sulle infrastrutture dedicate al movimento. È inutile, anzi forse persino dannoso, promuovere le bellezze che la natura ha donato alla Calabria, bellezze in diversi casi impareggiabili, se per raggiungerle occorre fare un viaggio nel tempo e spostarsi come si faceva nell’800. Bisogna riorganizzare il sistema di trasporto aereo sbloccando la situazione di Crotone e Reggio e facendo uscire quei due aeroporti dal limbo in cui si trovano. Battersi per ottenere un vero potenziamento del trasporto ferroviario, non come quello promesso dal ministro Delrio che ha avuto tutto il sapore della presa in giro, un potenziamento che consenta alla costa ionica di ottenere una linea ferroviaria moderna e veloce e in generale che preveda l’arrivo dell’alta velocità fino a Reggio Calabria perché gli utenti calabresi non sono meno italiani di quelli delle altre regioni. Stessa attenzione andrà riposta nella valorizzazione dei porti, Gioia Tauro ma non solo Gioia Tauro con esso anche gli innumerevoli altri porti calabresi, devono diventare snodi centrali tanto nel settore commerciale quanto in quello turistico. Infine occorre dotare la Calabria di una rete stradale efficiente e moderna, siamo stanchi delle promesse che si risolvono in incompiute. La statale 106 ionica, la statale 18, la trasversale delle Serre, la viabilità interna: tutte infrastrutture che devono essere ammodernate. È intollerabile che per raggiungere perle del turismo come Tropea si sia costretti a percorrere strade che arrivano a somigliare a delle interpoderali. Un altro elemento su cui occorrerà puntare è lo sviluppo occupazionale. Sono convinto che la Calabria abbia tutte le potenzialità per emergere ma per farlo è necessario che venga garantito ai cittadini il diritto primario e costituzionale al lavoro. Occorrono strategie mirate che consentano ai datori di lavoro di tornare ad assumere, la politica di netto taglio delle tasse che Forza Italia e il Centrodestra intendono proporre farà particolarmente bene alla Calabria dove il tessuto imprenditoriale è soffocato e non riesce ad agganciarsi alla crescita economica che riguarda il resto dell’Italia, dimostrazione, questa, tangibile del fallimento del governo di Centrosinistra che con 4 presidenti non scelti dagli elettori ha solo gettato fumo negli occhi non portando veri risultati positivi».

 

Un messaggio per convincere gli elettori a votarla…

«Se vogliamo realmente cambiare le cose dobbiamo sostenere chi ha sempre dimostrato il proprio impegno per il territorio e per la gente che vive quotidianamente le difficoltà di questa terra. Il mio impegno per la nostra Calabria sarà massimo perché la Calabria e il Vibonese sono casa mia, sono la mia famiglia, sono la cornice che racchiude ciò che più conta per me nella vita, e lotterò senza risparmiarmi per difenderli e valorizzarli. Votare per me, votando il simbolo di Forza Italia al Senato della Repubblica, significherà darmi la forza per battermi per tutti noi e per la nostra stupenda regione».

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