martedì,Aprile 23 2024

Regionali, dieci amministratori vibonesi del Pd chiedono «Rinnovamento e condivisione»

In un documento a firma di otto sindaci e due capigruppo sostegno a Irto e alla linea di Graziano: «Il partito deve scommettere sul futuro: indietro non si può tornare»

Regionali, dieci amministratori vibonesi del Pd chiedono «Rinnovamento e condivisione»

«In un momento storico-sociale di estrema delicatezza in cui il nostro territorio si trova a dover far fronte ai molteplici devastanti effetti della pandemia, la nostra Regione si ritrova con una guida confusa ed incerta, fiaccata da lotte politiche e dalla mancanza di una programmazione chiara. Questi limiti, che si innestano in una situazione di grave ritardo di sviluppo, diventano particolarmente pesanti nel settore sanitario che richiederebbe determinazione nelle scelte e nella loro attuazione e non contorti cambi di rotta, orientati alla ricerca del consenso».

È quanto dichiara, in un comunicato congiunto, un gruppo di sindaci vibonesi in quota Partito democratico. Si tratta di Antonio Schinella, sindaco di Arena; Lidio Vallone, sindaco di Briatico; Giuseppe Pizzonia, sindaco di Francavilla Angitola; Francesco Angilletta, sindaco di Mongiana; Antonio Landro, sindaco di Parghelia; Domenico Petrolo, sindaco di Rombiolo; Onofrio Maragò, sindaco di Sant’Onofrio; Maria Budriesi, sindaco di Zaccanopoli cui si aggiungono Stefano Luciano, capogruppo Pd Comune di Vibo Valentia e Antonio Carchedi, capogruppo Pd Consiglio provinciale.

«La realtà quotidiana – chiariscono i firmatari del documento – mostra una Giunta incapace di dialogare e di confrontarsi, di progettare e di costruire, che non dialoga con gli amministratori locali e che, dunque, non conosce esigenze e necessità delle comunità. Alla luce di questo stato di cose, è indispensabile definire un’alternativa forte e credibile rispetto ad un centrodestra che con atteggiamenti superficiali compromette l’immagine della Calabria, che si autoaccusa di lottizzazione in una fase emergenziale, che dimentica il ruolo della politica. Un’alternativa che può partire da una figura di qualità quale quella di Nicola Irto, capace di coniugare il rinnovamento e la rigenerazione con l’esperienza e la meritocrazia e che emerge quale leader autorevole di una squadra che guarda al futuro. La vocazione del Partito democratico è quella di portare avanti le istanze della popolazione, partendo dai più deboli, dal principio solidaristico, dal riformismo e dalla condivisione dei valori».

Il Partito democratico «è la casa della gente comune, è un contesto aperto, inclusivo, che vuole porsi come punto di riferimento per i giovani ed i meno giovani, che scommette sulle idee di chi s’impegna per cambiare l’esistente. L’auspicio è che presto possa tornare ad una guida calabrese con i modi ed i tempi previsti dallo Statuto. Il cammino di ricostruzione potrà essere efficace se ognuno offrirà il proprio contributo in maniera disinteressata, lasciando lontani litigi e logiche divisorie e lavorando con i fatti nella direzione della compattezza e dell’unità d’intenti. In questo senso, il percorso di rinnovamento avviato dal commissario Stefano Graziano, che ha permesso al Pd, alle scorse elezioni regionali, di essere la lista più votata pur in un frangente temporale contraddistinto da notevoli problematiche di ordine politico, va alimentato e sostenuto lealmente con la consapevolezza che indietro – al passato che spesso ha prodotto distacco e disaffezione – non si può e non si deve tornare. L’approccio del nuovo segretario nazionale Enrico Letta va valorizzato con genuino entusiasmo, perché incarna la politica della serietà e della lungimiranza, della competenza e dei temi concreti ed attuali».

Questa strada, per gli amministratori democrat, «è quella che conduce alla formazione di un’offerta politica e programmatica valida, riconoscibile, cristallina. Soprattutto, riavvicina i cittadini alla discussione sul presente e sul domani, rende protagonista il territorio e la sua comunità, consente la crescita culturale e sociale tramite il confronto. Questa strada è quella che può portare al definitivo superamento del populismo, delle apparenze, della semplificazione, della banalizzazione dei concetti e della teatrale esposizione degli slogan del centrodestra che si sono spesso dimostrati privi di contenuto e di significato reale. Questa strada può essere percorsa grazie a chi, poco più di un anno fa, ha deciso di essere in campo nonostante la difficoltà a livello politico regionale di quella fase. E lo ha fatto con coraggio, operando scelte complesse e tutt’altro che scontate. Su queste persone, sulla freschezza delle loro energie e sulla loro coerenza, il partito deve investire per ripensare sé stesso e ridare una speranza reale ai calabresi».

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