venerdì,Aprile 19 2024

Peste suina nei cinghiali e maiali, l’Asp di Vibo stila un protocollo per le aziende

Ad oggi i casi si sono registrati in Liguria e Piemonte ma preoccupano i riflessi sul comparto produttivo. Da qui una serie di procedure per prevenire la circolazione del virus

Peste suina nei cinghiali e maiali, l’Asp di Vibo stila un protocollo per le aziende
Foto di repertorio

Preoccupano i casi di peste suina africana registrata nei cinghiali. Nei giorni scorsi, il Ministero della salute, nel rendere nota la conferma di alcuni casi, in considerazione del rischio economico per il settore produttivo della suinicoltura italiana, ha raccomandato di rafforzare al massimo su tutto il territorio nazionale la sorveglianza nel settore del selvatico. Al contempo, di innalzare al livello massimo di allerta la vigilanza sulle misure di biosicurezza nel settore domestico con particolare riguardo alle operazioni di trasporto e di movimentazione degli animali, di mangimi, prodotti e persone.

Peste suina, il protocollo dell’Asp Vibo

Alla luce di ciò, l’Asp di Vibo Valentia ha chiesto ai Comuni e alle istituzioni in generale di dare ampia diffusione delle informazioni di bio-sicurezza ai titolari di allevamenti di suini ad uso familiare. Si tratta di procedure necessarie per prevenire l’eventuale circolazione del virus della peste suina africana che colpisce i suini domestici e selvatici, quindi cinghiali e maiali, ma non è trasmissibile all’uomo. Ad oggi le zone infettate sono circoscritte ai territori in Liguria e Piemonte.

Le regole per le aziende

Pertanto per le aziende suinicole familiari:

  • vietato somministrare scarti di cucina-ristorazione-rifiuti alimentari e adozione di idonee procedure di smaltimento dei sottoprodotti di origine animale;
  • evitare qualsiasi contatto con suini di altri allevamenti e con i cinghiali;
  • evitare qualsiasi contatto con carcasse di cinghiali e segnalarne l’eventuale presenza alle autorità competenti;
  • adottare appropriate misure igienico-sanitarie in allevamento (cambio indumenti e calzature in entrata e uscita dall’azienda, applicazione di adeguate procedure di disinfezione in corrispondenza dell’ingresso in azienda e nei locali di stabulazione) e se possibile utilizzo calzari monouso;
  • utilizzare disinsettanti efficaci ed idonei,
  • divieto di contatto con suini allevati in azienda nelle 48ore successive alle attività di caccia.
  • divieti di ingresso in azienda a persone o veicoli non autorizzati. Ingressi devono essere documentati;
  • controllo veterinario ufficiale per la macellazione a domicilio;
  • divieto di utilizzo di scrofe-verri per la riproduzione.

In più i locali dovrebbero essere costruiti in modo da impedire ingresso di cinghiali o altri animali e prevedere sistemi di disinfezione per indumento e calzature degli operatori in corrispondenza dell’ingresso in azienda.

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