giovedì,Aprile 25 2024

Covid, l’Ema: «Quarta dose per over 60 se i casi aumentano»

L’Agenzia europea per i medicinali: «Abbiamo bisogno di dati per valutare l'impatto che l'aggiornamento dei vaccini ha sulla protezione delle persone dal contagio»

Covid, l’Ema: «Quarta dose per over 60 se i casi aumentano»

Preoccupa l’aumento dei contagi tanto da valutare nuove strategie in materia quarta dose: «Anche le persone tra i 60 e i 79 anni e le persone vulnerabili dal punto di vista medico di qualsiasi età dovrebbero ricevere una seconda dose booster» di vaccino contro il Covid «se i tassi di infezione aumentano». Lo ha detto Marco Cavaleri, responsabile della strategia per i vaccini dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema). La raccomandazione di aprile per le persone con più di 80 anni, ha aggiunto, «resta valida: dovrebbero ricevere un secondo vaccino di richiamo». [Continua in basso]

«A seconda dei dati che riceviamo – ha detto ancora – potremmo essere in grado di muoverci verso un quadro simile ai vaccini per l’influenza, che non richiede la presentazione dei dati clinici prima dell’approvazione dell’aggiornamento annuale. Le discussioni tra gli esperti sono in corso», ha poi aggiunto Cavaleri. «Avremo bisogno di una evidenza reale per comprendere l’impatto che l’aggiornamento dei vaccini ha sulla protezione delle persone dal contagio e dall’evoluzione grave della malattia in autunno e in inverno, e quanto tempo potrebbe durare», la copertura, ha spiegato. «Stiamo assistendo a una nuova ondata di casi Covid19 in molti paesi in Ue poiché le varianti Omicron BA.4 e BA.5 sono altamente trasmissibili». 

Europa occidentale tutta in rosso scuro intanto nella nuova mappa Covid del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Nelle cartografie dell’Ecdc agli Stati Ue sono assegnati colori tramite un indicatore basato sull’incidenza di nuovi casi a 14 giorni e l’adozione del vaccino nella regione. Solo la Vallonia (Belgio), parte dell’Irlanda, della Slovenia e della Croazia sono in un rosso più chiaro. I dati forniti dalla Germania sono insufficienti, in Olanda e nei Paesi dell’Ue orientale il tasso di test è troppo basso per poter essere preso in considerazione.

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