martedì,Aprile 23 2024

Covid: si pensa a rivedere i criteri dei bollettini giornalieri per evitare la zona arancione

Pressing dei presidenti delle Regioni sul Governo per escludere dal calcolo chi ha anche altre patologie. L’escamotage consentirebbe di ridurre il numero dei presenti nei reparti Covid e nelle terapie intensive

Covid: si pensa a rivedere i criteri dei bollettini giornalieri per evitare la zona arancione

Si sposta sul bollettino che registra i positivi e sulla necessità di rivedere i parametri di classificazione dei ricoveri ospedalieri, il pressing delle Regioni sul Governo per evitare la zona arancione. Tutti i governatori – dopo non essere riusciti ad ottenere il rinvio dell’apertura delle scuole – hanno infatti paura di finire in zona arancione, fascia in cui aumentano le restrizioni soprattutto per i no vax – che non possono uscire dal comune di residenza se non per lavoro, salute e urgenza – e nella quale si entra con l’occupazione delle Terapie intensive al 20% e quella dei reparti Covid al 30%. Ma dall’Istituto superiore di sanità arriva il primo stop: «La definizione dei casi di sorveglianza deve contenere i positivi e non solo i casi con sintomatologia più indicativa» altrimenti «non controlleremo il virus». [Continua in basso]

Il presidente Roberto Occhiuto

Il rischio per molti governatori è concreto e già nelle prossime ore anche la Calabria (al pari del Piemonte e della Sicilia) potrebbe cambiare fascia. Lo conferma la mappa del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e lo conferma l’analisi del Gimbe. L’enorme quantità di casi – 1,2 milioni in 7 giorni sta progressivamente saturando gli ospedali. E, di conseguenza, molte regioni si avviano verso la zona arancione entro fine mese. La cabina di regia si riunirà nelle prossime ore e solo dopo che i tecnici avranno analizzato i numeri, il ministro della Salute Roberto Speranza firmerà le ordinanze. Stando ai dati dell’Agenas, già da lunedì potrebbero però passare in arancione la Calabria, che ha le intensive al 20% e i reparti ordinari al 38%, il Piemonte, rispettivamente (23% e 33%), e la Sicilia che ha le Rianimazioni al 20% e i reparti Covid al 33%. Se il trend non si inverte le prossime settimane vedranno altre dieci regioni cambiare colore: Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Toscana, Veneto (soglia del 20% nelle Terapie intensive), mentre Liguria, Umbria Lombardia e Valle d’Aosta sono già oltre il 30% dell’occupazione nei reparti Covid.

I presidenti di Regione stanno per questo valutando la possibilità di suggerire al Ministero della Salute e all’Istituto superiore di sanità di considerare casi Covid solo i sintomatici nel conteggio dei positivi ricoverati e di escludere chi ha anche altre patologie. Un’escamotage che consentirebbe di ridurre il numero dei presenti nei reparti Covid e nelle terapie intensive. Anche il sottosegretario alla Salute Andrea Costa è per una modifica dei bollettini. «Comunicare ogni giorno il numero dei contagiati non so quanto può essere utile, dobbiamo pensare ai dati degli ospedali. Anche perché se l’obiettivo è arrivare ad una situazione endemica, potremo avere anche 500mila contagi al giorno, ma il problema non è questo, sono i ricoveri in terapia intensiva».

A Palazzo Chigi si sta intanto lavorando al Dpcm che dovrà definire, in vista del 20 gennaio, quali sono le attività e i servizi ai quali si potrà accedere anche senza Green pass per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona. Sarà sicuramente possibile fare la spesa al supermercato, andare in farmacia, in ospedale, dal medico di base, dal veterinario senza Green Pass. Ma anche andare a denunciare un reato o per esigenze urgenti di tutela dei minori, oppure andare in Tribunale a testimoniare. Il Ministero dello Sviluppo economico vorrebbe però una lista più ampia che includa anche edicole, librerie, tabacchini, negozi di giocattoli.

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