giovedì,Marzo 28 2024

De Pasquale duro sulla programmazione sanitaria regionale: «Pizzo penalizzata»

Il candidato sindaco della lista “Domani è oggi”: «Occorre aprire una discussione critica per difendere e incrementare quei servizi sanitari essenziali oggi oggetto di sistematica spoliazione»

De Pasquale duro sulla programmazione sanitaria regionale: «Pizzo penalizzata»
Emilio De Pasquale, candidato a sindaco di Pizzo

«La struttura sanitaria di Pizzo esce fortemente penalizzata dalla programmazione regionale sui fondi del Pnrr destinati alla sanità. La speranza che potesse sorgere qui una delle cinque Case della salute previste nella provincia di Vibo Valentia è stata ampiamente disattesa e Pizzo, seconda realtà territoriale per numero di abitanti nonché centro turistico di primaria importanza, è stata scelta solo come sede della Centrale operativa territoriale. Di fatto la programmazione regionale ha privilegiato altri paesi della provincia, lasciando a Pizzo le briciole. L’ennesima scelta ai danni della nostra cittadina, ancora una volta subordinata ad altre realtà». È quanto afferma, in un comunicato stampa, il candidato sindaco di Pizzo Emilio De Pasquale, capolista di “Domani è oggi”, intervenendo sulla destinazione della struttura sanitaria cittadina individuata a seguito del Decreto del commissario ad acta per la Sanità in Calabria dell’1 marzo 2022. [Continua in basso]

L’ospedale di Pizzo

«La struttura – ricostruisce De Pasquale – ha avuto una storia tormentata sin dalla nascita. Costruita negli anni ‘70 con una destinazione ospedaliera, dopo una propagandata imminente apertura, è rimasta per decenni inutilizzata fino agli anni ‘90, quando vi sono stati trasferiti alcuni servizi aziendali (Sert, ufficio sanitario, Guardia medica, alcuni ambulatori specialistici, il servizio di radiologia, il punto prelievi e successivamente il Csm, la Neuropsichiatria e la centrale operativa del 118). Tutto ciò a seguito della deospedalizzazione del territorio e per la necessità di fornire i servizi sanitari utili alla comunità e ai territori limitrofi, alleggerendo il carico di lavoro degli ambulatori ospedalieri. Si sperava che nel tempo, visti gli spazi ancora presenti nella struttura, si ampliasse sempre di più l’offerta diagnostica terapeutica per i cittadini. Al contrario, le politiche regionali che si sono perpetrate nel tempo hanno determinato il fenomeno inverso, quello del depauperamento dei servizi, ridotti sempre di più: sono stati chiusi gli ambulatori di Neurologia, Ortopedia, Allergologia, il servizio di Radiologia, il Csm. Attualmente resistono il Sert, la Neuropsichiatria infantile, la Centrale operativa del 118, il centro vaccinale, la Guardia medica e, ultimamente, per esigenze Covid, sono stati trasferiti il Servizio di prevenzione e l’Usca. Tutti i servizi esistenti operano però con notevoli carenze di personale e mezzi».

Quindi De Pasquale aggiunge: «Sul tema della sanità a Pizzo occorre aprire una discussione critica, un confronto vero per difendere e possibilmente incrementare quei servizi sanitari essenziali oggi oggetto di sistematica spoliazione. Noi di “Domani è oggi” vogliamo difendere Pizzo dall’impoverimento di servizi, per questo chiediamo ai cittadini di aprire gli occhi e supportarci in questa battaglia con il voto del 12 giugno. Abbiamo l’indipendenza e l’autonomia per aprire una vertenza sulla gestione della sanità a Pizzo, non essendo in alcun modo assoggettati a quelle forze politiche che oggi determinano le sorti della sanità calabrese, a differenza di altre compagini che invece vi sono legate a doppio nodo. Auspichiamo, anzi, che anche dalle altre liste si levino parole di chiarezza e di onestà su quanto sta avvenendo nella nostra cittadina in ambito sanitario e che le stesse abbiamo il coraggio e la forza di liberarsi dai condizionamenti politici che oggi le imbrigliano. Noi continueremo ad esercitare la nostra autonomia – conclude il candidato sindaco Emilio De Pasquale -, nell’obiettivo di ridare dignità alla nostra città, pretendendo che sia garantito il diritto costituzionale a godere dei servizi sanitari essenziali».

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