venerdì,Marzo 29 2024

Emergenza Covid, casi in crescita in Calabria: ecco tutti i dati del monitoraggio

Indice di trasmissibilità in crescita in tutte le province trainate da Catanzaro e Reggio Calabria, numeri di positivi ancora in rialzo

Emergenza Covid, casi in crescita in Calabria: ecco tutti i dati del monitoraggio

di Francesco Rende

Un virus che muta costantemente, nella forma, nella composizione e anche nella modalità con la quale contrastarlo. Siamo stati abituati, in questi due anni, a vedere l’estate come una sorta di tregua, un momento in cui grazie alle condizioni atmosferiche si riusciva a prendere respiro dalle limitazioni, dalle misure di sicurezza: l’avvento di Omicron 5, combinato però a questo allentamento, sta riportando sopra la soglia di sicurezza i nuovi contagi giornalieri e la diffusione della pandemia da coronavirus. I numeri sono confermati dal monitoraggio settimanale i cui dati sono stati elaborati nella giornata di ieri dal progetto Covida promosso da Francesco Branda, Phd Unical in Ict. [Continua in basso]

Casi in aumento in tutte le province: Catanzaro e Reggio Calabria le più colpite

Su base regionale, cresce e di tanto la percentuale di nuovi casi, che supera un incremento del 50%. Gli attualmente positivi ogni 100mila abitati raggiungono i 498 nuovi casi, trainati dalle province di Catanzaro (557 casi ogni 100mila abitanti) e Reggio Calabria (531 attualmente positivi ogni 100 mila abitanti). L’incremento percentuale più importante di nuovi casi è a Crotone (83%) ma tutte le province sono osservate speciali per un Rt che non scende mai sotto l’1,3, un dato molto pesante.

Crescono, tra le altre cose, anche i numeri assoluti sui nuovi casi. La crescita (che si registra per la terza settimana di fila) porta dai 6117 ai 9259, un incremento superiore al 30% che preoccupa e non poco gli analisti: se si dovessero confermare questi tassi di crescita, che sono tra l’altro da stimare al rialzo e non al ribasso visto il totale abbandono in questo momento dei dispositivi di protezione da parte pressoché di tutta la popolazione, ci potremmo trovare in poche settimane ai livelli dell’ondata di marzo, quando abbiamo toccato il picco di 21mila casi settimanali.

Età dei nuovi casi e monitoraggio, i buchi del tracciamento

Si mantiene il trend che vede tra i maggiori contagiati le fasce in età da lavoro: la circolazione del virus, complice anche la quarta dose alle fasce più fragili (anche se procede a rilento), è molto più forte nelle fasce non a rischio e in quella che viene considerata la popolazione attiva. L’analisi, però, non può che tenere conto solo ed esclusivamente dei dati effettivamente dichiarati alle autorità: parliamo di conseguenza dei tamponi effettuati presso farmacie, ospedali, centri medici o altre strutture che richiedono un tampone per l’accesso.

Vi è però un vero e proprio buco nero, che rende impossibile per chi opera nella fase di tracciamento contenere il virus: si tratta del fenomeno dei tamponi fai da te, che sono ormai rintracciabili in qualsiasi negozio, supermercato o farmacia, e che stanno di conseguenza falsando i dati. [Continua in basso]

La sensazione, infatti, è che i positivi giornalieri siano molti di più di quelli effettivamente dichiarati: dai canali ufficiali, però, passa solo chi ha necessità di certificati medici, di permessi dal lavoro o chi deve effettuare visite e non può quindi esimersi dall’avere certificazioni ufficiali del proprio stato di salute. Per tutto il resto, i tamponi nasali fai da te stanno avendo un boom nelle vendite online e fisiche: segno che l’attenzione sulla presenza o meno del virus nelle famiglie calabresi è sotto osservazione, ma tutto questo non è presente nei dati e potrebbe pesare addirittura per un terzo. I casi di questa settimana, ad esempio, avrebbero potuto essere quindi quasi 13mila e non i nove mila sommati dai monitoraggi settimanali.

Da qui l’appello di virologi, personale medico e esperti a rispettare le procedure, non abbassare la guardia e utilizzare quanto possibile, almeno al chiuso, le mascherine. Altrimenti, le feste e il relax di agosto potrebbero essere veramente messi a repentaglio da quella che comunemente viene chiamata Omicron 5.

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