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Vibo, il medico non c’è e l’ecografia salta: «Prossima data disponibile a febbraio 2024»

L'ennesimo episodio al Poliambulatorio di Moderata Durant. L'esasperazione di una signora che ha visto slittare la sua prenotazione di un anno e mezzo: «Dall'alto solo annunci ma continua a non funzionare nulla»

Vibo, il medico non c’è e l’ecografia salta: «Prossima data disponibile a febbraio 2024»

La storia si ripete: ecografia prenotata da mesi, finalmente arriva il fatidico giorno ma il medico non c’è e l’esame salta. Succede al Poliambulatorio di Moderata Durant a Vibo Valentia e non è di certo una novità. Questa volta a denunciare l’episodio è una signora di San Gregorio, il cui marito avrebbe dovuto sottoporsi ad ecografia addominale mercoledì scorso ma che ora si è sentito dire che la prossima prima data disponibile è il primo febbraio del 2024. Tra un anno e mezzo. «Dire che è una vergogna è poco – dice amareggiata la signora -. E si tratta di una semplice ecografia, allora se abbiamo bisogno di un esame più complesso cosa dobbiamo fare?». [Continua in basso]

Il Poliambulatorio di Moderata Durant

«Mio marito – racconta – soffre di diverse patologie e ha bisogno di periodici controlli. Questa ecografia l’avevamo prenotata da mesi, è avvilente poi arrivare lì e venire a sapere che il medico è in ferie e non c’è nessuno a sostituirlo». La signora chiama quindi il Cup per un nuovo appuntamento e lì altra doccia fredda: «Mi è stato detto che la prima data utile è il primo febbraio 2024 a Serra San Bruno». Incredula, decide di richiamare dopo qualche ora ma riceve la stessa risposta: la sanità pubblica per un’ecografia addominale ti fa aspettare un anno e mezzo.

E ora? La donna non si arrende e proverà a richiamare nella speranza che spunti una data più vicina: «Mio marito deve fare diversi esami, se ogni volta ci dobbiamo rivolgere al privato finiremo per dover vendere la casa». C’è esasperazione e anche rabbia, di fronte a un sistema che – nonostante l’impegno e l’abnegazione di tanti operatori – ogni giorno offre disservizi, vecchi e nuovi. La mancanza di personale, di strutture e servizi pesa e di risposte concrete la gente pare non vederne: «Dall’alto parlano, fanno annunci ma poi le cose continuano a non funzionare – conclude la signora di San Gregorio -. E noi abbiamo il dovere di non starcene zitti, facciamoci sentire: magari non si risolve nulla, ma almeno, forse, un po’ di vergogna la provano».  

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