giovedì,Marzo 28 2024

Lettera di un paziente londinese ai medici di Tropea: «Qui ho trovato una buona sanità»

Robert racconta la sua odissea a lieto fine grazie ai sanitari del reparto di medicina che hanno diagnosticato un problema di salute che si trascinava da anni

Lettera di un paziente londinese ai medici di Tropea: «Qui ho trovato una buona sanità»
Robert insieme ai sanitari del reparto di medicina dell'ospedale di Tropea

«Caro dottore, da dove comincio? Per due anni i medici in Inghilterra non hanno saputo dirmi cosa c’era che non andava nel mio petto». Inizia così la lettera che Robert Hall, londinese in vacanza nel borgo più bello d’Italia, ha scritto ai suoi medici eroi. [Continua in basso]

Un biglietto lasciato sul letto di quell’ospedale dove ha trascorso una settimana. Un messaggio rivolto ai medici di Tropea, avanguardia di un nosocomio più volte bistrattato per la grave carenza di organico e di attrezzature. Eppure in quella struttura ci lavorano medici, infermieri e oss che fanno la differenza. Operatori sanitari costretti a turni massacranti per assicurare all’utenza le necessarie prestazioni sanitarie. La testimonianza diretta arriva da un paziente di 55 anni che ha deciso di rendere pubblica la sua odissea a lieto fine: «Io e mia moglie eravamo venuti in vacanza qui a Tropea, per una settimana di relax. Mercoledì scorso un dolore al petto lancinante. Decidiamo di andare in ospedale. Al Pronto soccorso individuano il problema: una colecistite acuta. Durante quei giorni di degenza nel reparto di medicina diretto dal dottor Giuseppe Barbuto, ho conosciuto personale amorevole e professionale. Non riesco a esprimere a parole quanto sono grato a ognuno di voi», scrive Robert che esprime gratitudine al dottor Barbuto per avere diagnosticato un problema che si trascinava da due anni e che neppure i medici in Inghilterra erano riusciti a diagnosticare. «Purtroppo la settimana di vacanza l’ho trascorsa in ospedale, ma il prossimo anno – assicura – tornerò a Tropea. In questa bellissima cittadina dove ho trovato una nuova famiglia».

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