venerdì,Aprile 19 2024

Lotta alla mafia, conclusi a Limbadi i primi campi di E!State Liberi!

Terminata l’iniziativa di Libera Vibo che punta a valorizzare ed a promuovere il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla ‘ndrangheta

Lotta alla mafia, conclusi a Limbadi i primi campi di E!State Liberi!
Foto di gruppo per partecipanti e promotori di E!State Liberi!

Si sono da poco conclusi i primi campi di E!State Liberi! nella provincia di Vibo Valentia, nei beni confiscati alla ‘ndrangheta a Limbadi e gestiti dall’associazione San Benedetto Abate. I campi di impegno e formazione sui beni confiscati sono un progetto finalizzato alla valorizzazione e alla promozione del riutilizzo sociale dei beni confiscati e sequestrati alle mafie, nonché alla formazione dei partecipanti sui temi dell’antimafia sociale e alla conoscenza dei territori coinvolti, attraverso specifici momenti di impegno concreto anche di prossimità in collaborazione con gli attori sociali della rete di Libera. [Continua in basso]

«Due settimane intense – fanno sapere dal coordinamento provinciale di Libera- nelle quali abbiamo alternato momenti di lavoro per la manutenzione delle strutture gestite dall’associazione San Benedetto Abate e momenti di formazione attraverso le testimonianze dei familiari delle vittime innocenti della ‘ndrangheta, di testimoni di giustizia, delle Istituzioni e di chi, in questa terra, ha deciso di lottare e creare spazi di libertà e lavoro. Il bilancio finale è più che positivo perché i nostri campisti e le nostre campiste sono tornati a casa con un’idea diversa della nostra regione e della nostra provincia, hanno avuto modo di constatare che pur vivendo contesti in cui la subcultura mafiosa ha trovato humus fertile, a questa – viene osservato dagli organizzatori – si contrappone con più forza, la cultura della solidarietà, dell’accoglienza e della disponibilità. Hanno avuto modo di rimanere estasiati dalle nostre bellezze mozzafiato e dai gusti forti dei nostri prodotti tipici ma hanno potuto riscontrare, anche, la bellezza di un impegno costante che si fa concretezza e speranza». Obbiettivo dunque del campo era quello di «contronarrare la nostra terra – aggiungono sempre da Libera Vibo – di raccontare ciò che le cronache non raccontato, di vincere gli stereotipi e gli stigmi attraverso un punto d’osservazione diverso: c’è la ‘ndrangheta e la corruzione ma c’è chi lotta per rivendicare un presente e un futuro libero.  Tutto ciò è stato reso possibile, anche, grazie al contributo delle aziende locali, in parte, coinvolte attraverso il coordinamento della sezione Agroalimentare di Confindustria Vibo Valentia, alle quali va il nostro più sentito ringraziamento: Colacchio Food Srl, Mediolat Srl, G. Callipo Conserve Alimentari Srl, Nduja San Donato Srl, Dolciaria Monardo Srl, Distilleria F.lli Caffo Srl, ma anche Fabriella Group, M&C Food Srl, Pastificio Fiorillo Sas, Azienda agricola Gerolamo Petrolo, Caseificio di Annunziato Monteleone e Frantoio Mafrica».

Un supporto importante è stato anche quello di diverse amministrazioni comunali: in primis l’amministrazione di Limbadi ma fondamentali sono state anche quelle di Vibo Valentia, Rombiolo e Briatico.   Un’esperienza, insomma, che «ha lasciato il segno nel cuore e nelle coscienze di chi da Carpi o da Reggio Emilia ha raggiunto il nostro sud ma anche per le nostre comunità e la nostra gente che li hanno accolti.  La Calabria, Vibo Valentia, non sono solo ‘ndrangheta, c’è molto molto di più e dobbiamo lottare insieme per far emergere il bello che anni di violenze, soprusi, corruzioni e ingiustizie hanno relegato al silenzio.  L’appuntamento – questo l’invito finale di Libera Vibo – è per il prossimo anno con la speranza di raccontare una vera storia di rinascita e resistenza».

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