venerdì,Aprile 19 2024

Mileto, la Villa comunale intitolata a padre Raffaele De Lorenzo

In missione il religioso scalabriniano era conosciuto come “Il sorriso di Dio”. Padre Borin: «Già pronto ad accogliere le vostre richieste di intercessione»

Mileto, la Villa comunale intitolata a padre Raffaele De Lorenzo

La messa in piazza Badia

Si sarà affacciato migliaia di volte il padre scalabriniano, da bimbo, a guardare dall’alto l’adiacente area verde. E a tanti piace pensare che continui a farlo anche adesso, magari da posizioni “celestiali” e, dunque, ancora più privilegiate. Del resto, il palazzo di fronte al centrale punto di ritrovo cittadino era quello dove abitavano i nonni. Adesso quell’area pubblica che ha scandito i suoi anni e dove lui ha trascorso tanto tempo a giocare porta il suo nome. È stata intitolata a padre Raffaele De Lorenzo, infatti, la Villa comunale di Mileto. La cerimonia è stata preceduta da un significativo momento in piazza Badia, dove il padre scalabriniano Gianni Borin, affiancato dal confratello Gabriele Bergoglio e da altri sacerdoti, ha presieduto la messa all’aperto celebrata sul sagrato della chiesa parrocchiale in onore del patrono San Rocco e dello stesso compianto religioso miletese. Tra i presenti, la mamma Maria Lustrì, le sorelle Venere, Antonella e Ada, i nipoti e altri parenti del giovane missionario, morto prematuramente a 37 anni, nel 2007, a causa di una inesorabile malattia.

Lo svelamento della teca

Al termine della sacra funzione, i numerosi partecipanti si sono recati in corteo nella Villa comunale. Qui il sindaco Salvatore Fortunato Giordano ha voluto spiegare le ragioni dell’intitolazione dello spazio pubblico al giovane scalabriniano. «Abbiamo accolto volentieri la richiesta rivoltaci dalla fondazione che porta il nome di padre Raffaele – ha affermato il primo cittadino di Mileto – perché pensiamo che la sua bellissima figura e il suo sorriso possano ispirare i giovani e i meno giovani che giornalmente si ritrovano nella nostra Villa. Padre De Lorenzo era un religioso semplice ed umile, che si è spogliato dei suoi averi per rincorrere il sogno di aiutare e dare sollievo ai deboli e ai sofferenti». La cerimonia è proseguita con un breve saluto di mamma Maria e con l’intervento di padre Borin, il quale ha invitato i presenti a chiedere l’intercessione per i propri bisogni a padre Raffaele, «già pronto a riceverli». Subito dopo, l’atteso svelamento della teca di cristallo con su impressi il volto del religioso nel pieno del suo sorriso e una frase che nel corso del suo apostolato amava molto utilizzare: «Che il tuo sguardo sia luce per gli altri. Fa in modo che tutti coloro che ti stanno intorno sentano il “sapore” dell’amore di Dio».

La serata dedicata a colui che in tanti amavano chiamare con il tenero appellativo “Il sorriso di Dio” si è conclusa con l’inaugurazione, con tanto di taglio del nastro, della collettiva “Cultura e arte all’interno dei palazzi del centro storico”, in programma fino al prossimo 22 agosto nel vicino palazzo De Lorenzo, a cura dall’omonima fondazione.

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