giovedì,Marzo 28 2024

Consacrazione della chiesa voluta da Natuzza, il vescovo: «Aprirò la porta per proseguirne la storia»

Conto alla rovescia per il grande evento che sarà seguito in diretta dalla nostra testata. Monsignor Nostro: «Terrò le mani di Natuzza e di Gesù per rendermi testimone della loro opera»

Consacrazione della chiesa voluta da Natuzza, il vescovo: «Aprirò la porta per proseguirne la storia»
Natuzza in estasi

Conto alla rovescia per l’apertura al culto della “grande chiesa” della Villa della Gioia di Paravati. La cerimonia di consacrazione e dedicazione al “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” dell’edificio sacro – incastonato nella realtà religioso-socio-assistenziale della spianata dell’omonima Fondazione – si terrà domani 6 agosto a partire dalle ore 10. Un appuntamento storico per il nutrito popolo di fedeli che, in tutto il mondo, si rifà al carisma della serva di Dio Natuzza Evolo. L’evento sarà trasmesso in diretta da LaC Tv e dalla nostra testata, Il Vibonese.it.
Di fatto si mette il sigillo e si dà concretezza alle promesse fatte all’umile donna calabrese dalla Madonna nel lontano 1944, quando alla domanda: «Come vi ricevo in questa casa brutta?» le fu risposto: «Non ti preoccupare, anche nella casa brutta possiamo venire, ma ci sarà una nuova casa, una chiesa, dedicata al Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime». La prima pietra è stata posta nel 2002 dalla stessa mistica con le stigmate calabrese, morta nel giorno di Ognissanti del 2009. Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti. L’edificio è stato concluso da tempo grazie alle offerte dei fedeli e domani, dopo tre anni di lungaggini dovute a incomprensioni tra la diocesi e la Fondazione sul tema delle riforme statutarie, il “sogno” diventerà finalmente realtà. [Continua in basso]

Natuzza con il figlio Antonio

Sarà felice ed entusiasta dall’alto Mamma Natuzza, che oggi è bello immaginare abbracciata al marito Pasquale Nicolace e ai figli Anna Maria e Antonio, anche loro ritornati alla casa del Padre. Gli altri tre discendenti ancora in vita, Salvatore, Angela e Francesco, assisteranno invece all’evento trepidanti in chiesa, assieme ai loro familiari. La cerimonia, così come facilmente immaginabile, vivrà tanti momenti significativi e di forte impatto emotivo. Uno di questi, indubbiamente, sarà l’attimo in cui il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Attilio Nostro, compirà l’atto di aprire il portone principale della “grande chiesa”, capace di ospitare al suo interno circa tremila persone. Il presule, così come da lui preannunciato, entrerà nel complesso sacro, quasi avvinghiato, stretto alle mani di Gesù e della Serva di Dio di Paravati, figure entrambe scolpite sulla porta d’ingresso. A spiegare il significato di questo gesto, lo stesso monsignor Nostro. L’alto rilievo, nello specifico, raffigura Natuzza in ginocchio che tende la mano verso Cristo risorto, il quale a sua volta cerca quella della mistica.

«Non vedo l’ora di compiere questo atto – sottolinea monsignor Nostro – che precederà il mio ingresso in chiesa e quello dei vescovi che si troveranno al mio fianco. Sarà un gesto che mi commuoverà e mi toccherà nel profondo e di persona. In quei frangenti, infatti, starò prendendo per mano la storia di Natuzza per proseguirla e stringendo la mano di Gesù per essere accompagnato da lui. Non sarò io a prendere la mano del figlio di Dio, ma sarà lui ad afferrare la mia. Quel segno – conclude – rappresenterà per me la sintesi più significativa di quello che tutti noi ci accingeremo a celebrare insieme e mi renderà ancor di più testimone dell’opera portata avanti da Mamma Natuzza».

Nei giorni scorsi l’apertura al culto della “grande chiesa” è stata preceduta dall’ingresso al suo interno dell’effige della Madonna nelle sembianze di una fanciulla e con le braccia accoglienti, così come appariva alla mistica, di cui è in atto il processo di beatificazione. L’appuntamento clou di domani prenderà il via alle ore 7 con l’apertura dei cancelli della Villa della Gioia. Prevista la partecipazione di migliaia di pellegrini provenienti da ogni parte d’Italia e dall’estero.

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