martedì,Dicembre 3 2024

Aquila dei serpenti salvata da due poliziotti a Curinga: a recuperare il rapace il Wwf Vibo

L’esemplare di Biancone rischiava di essere travolto dalle auto. L’animale è stato poi affidato alle cure del Cras di Catanzaro

Aquila dei serpenti salvata da due poliziotti a Curinga: a recuperare il rapace il Wwf Vibo

Un esemplare di Biancone, noto agli ornitologi come “aquila dei serpenti”, si è salvato grazie alla sensibilità e al pronto intervento di due poliziotti della Polfer di Lamezia: il vice sovrintendente Giovanni Buonocore e l’assistente Francesco Cuda. Sono stati loro infatti, mentre transitavano con l’auto di servizio lungo la Statale 18 in territorio di Curinga, a notare sul bordo della strada il grande volatile, in evidente stato di difficoltà, che rischiava di essere travolto dalle auto in transito. Da qui l’immediata decisione di fermarsi per evitare non solo la morte del povero animale, ma anche un incidente, vista la pericolosità del tratto di strada.

Scattato l’allarme, dalla Questura di Catanzaro è partita la richiesta di soccorso per il recupero del grande rapace, prontamente accolta dal naturalista del Wwf di Vibo Valentia, Pino Paolillo che, in contatto con gli agenti rimasti sul posto, ha recuperato il Biancone (un giovane esemplare, secondo il naturalista), e lo ha trasportato subito fino al Cras di Catanzaro, affidandolo alle cure della direttrice Debora Giordano che ha constatato il grave deperimento del giovane Biancone.

«Tale specie, spiegano al Wwf, è uno dei rapaci più grandi della nostra avifauna, potendo raggiungere un’apertura alare di un metro e ottanta. È tutelato dalla legge n.157 del 1992 che lo inserisce (art. 2) tra le specie particolarmente protette, insieme tutti gli altri rapaci diurni e notturni. La sua denominazione deriva dal colore chiaro delle parti inferiori, mentre è conosciuto anche come “aquila dei serpenti” proprio per le sue particolari abitudini alimentari, tanto che, all’incirca nell’85% dei casi, si nutre appunto di serpenti di varie specie che riesce a trasportare fino al nido ingoiandoli per buona parte e facendo penzolare dal becco la parte terminale. Il biancone giunge a primavera in Italia per riprodursi (sono circa 350- 400 le coppie che vengono censite, di cui alcune anche in Calabria) e migra alla fine dell’estate /inizio autunno per svernare in Africa».

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