domenica,Giugno 22 2025

La scuola elementare di Nicotera adotta la settimana corta e parte la rivolta dei genitori: «Fino alle 14 senza pranzo? Impossibile»

A partire da settembre il sabato si resta a casa, lezioni solo dal lunedì al venerdì. Decisione presa sulla base di un sondaggio ma ora le famiglie ci ripensano: «Sei ore di seguito in classe è troppo per bambini così piccoli»

La scuola elementare di Nicotera adotta la settimana corta e parte la rivolta dei genitori: «Fino alle 14 senza pranzo? Impossibile»
Foto di repertorio

«Bambini in classe dalle 8 alle 14, tutti i giorni, con rientro a casa per pranzare in molti casi non prima delle 14:30? No, grazie». Ai genitori degli alunni della scuola primaria di Nicotera non piace l’adozione della settimana corta che, deliberata dal Consiglio d’Istituto, entrerà in vigore a partire da settembre. Via il sabato e lezioni esclusivamente dal lunedì al venerdì in orario mattutino, con due rientri pomeridiani per la sola secondaria di primo grado.

Uniformare Nicotera agli altri plessi del mega Istituto

Negli ultimi anni sono sempre più gli istituti scolastici che hanno deciso di accorciare la settimana di lezioni. Una scelta spesso dettata dalla necessità di risparmiare sul piano dei consumi energetici (luce, acqua, riscaldamenti in inverno) ma anche dal bisogno di ottimizzare l’organizzazione delle risorse umane a disposizione. Nel caso di Nicotera, a queste motivazioni se ne aggiunge un’altra. Nel decreto di adozione della settimana corta firmato pochi giorni fa dal dirigente scolastico Angelo Stumpo – che guida l’Istituto comprensivo Rombiolo San Calogero Cessaniti, composto da ben 28 plessi– vengono infatti sottolineate le «difficoltà legate alla gestione unitaria dell’istituzione scolastica, a seguito del piano di dimensionamento in atto dal 01/09/2024, con il funzionamento di venticinque plessi su cinque giorni (da lunedì a venerdì) e di soli tre plessi su sei giorni (da lunedì a sabato) ricadenti nel solo Comune di Nicotera». Da qui l’esigenza di uniformare anche le scuole nicoteresi all’orario seguito negli altri plessi del mega Istituto, che tocca una vasta area della provincia compresi anche i comuni di Zungri e Zaccanopoli

Nel decreto inoltre si fa presente che si è tenuto conto del parere delle famiglie, le quali a febbraio sono state chiamate a rispondere a un sondaggio per verificare la loro disponibilità all’adozione della settimana corta. La maggioranza ha risposto sì. Via libera poi anche dal Collegio docenti e dal Consiglio d’Istituto (che vede al suo interno anche rappresentanti dei genitori).

Il sondaggio della discordia e la protesta dei genitori

Quello stesso sondaggio però è fortemente contestato dalle famiglie. «In molti – riferisce una rappresentanza di genitori – hanno aderito alla soluzione 8-14 per cinque giorni a settimana convinti che questo tipo di orario prevedesse il servizio mensa. Subito abbiamo provveduto a scrivere al dirigente scolastico, proponendo che il sondaggio venisse ripetuto arricchendolo di particolari che rendessero le proposte più chiare. Abbiamo anche fatto una raccolta firme, a cui hanno aderito circa settanta famiglie sulle centocinque che hanno bimbi alla primaria. Ma non abbiamo ottenuto nessuna risposta».
A fine maggio, mamme e papà sono tornati alla carica, incontrando vicesindaco e dirigente scolastico. Una lunga riunione che si è conclusa però con un nulla di fatto, anche se in molti continuano a sperare che da qui a settembre ci sia un ripensamento dall’alto.

«Capiamo le esigenze della scuola e quindi va bene la settimana corta, ma dobbiamo guardare anche al benessere dei nostri figli – spiegano i genitori -. Come possono dei bambini tenere alta l’attenzione per sei ore consecutive? Rimanendo sempre seduti, in una scuola senza spazi in cui persino educazione fisica viene fatta in classe. Da considerare poi l’aspetto riguardante l’alimentazione: i bimbi faranno due ricreazioni, mangiando probabilmente cibi asciutti nella maggior parte dei casi, dalla merendina al panino. E il pranzo? Chi usa lo scuolabus o comunque arriva dalle frazioni, arriverà a casa non prima delle 14:30 o persino delle 15. E non parliamo di un giorno soltanto, si tratterebbe della stessa storia tutta la settima per tutto l’anno. Lo stesso al mattino, quando bambini anche di 6 o 7 anni dovranno uscire di casa alle 7». Tutte condizioni che, secondo i genitori, peserebbero troppo sui figli, non facendo vivere loro la scuola con la serenità necessaria.

Per questo, c’è già chi aveva iscritto il proprio bambino alla primaria di Nicotera e ora ha deciso di spostarlo alla vicina Limbadi. «Noi speriamo fino alla fine, si potrebbero anche inserire dei rientri pomeridiani con mensa, mantenendo comunque la settimana corta. Ma – concludono i genitori – se verrà confermato l’orario 8-14, altri sono pronti a portar via i figli da qui».

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