Il Premio Filangieri al vescovo Attilio Nostro: «I ragazzi hanno bisogno di sentirsi ascoltati, non solo guidati» – VIDEO
Il riconoscimento istituito dallo storico convitto, giunto all’ottava edizione, è stato conferito all'alto prelato che guida la Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea: «Io pieno di fragilità, ma alla fine ce l’ho fatta»
Un premio nato per valorizzare chi, con il proprio esempio, riesce a lasciare un segno autentico nella vita dei ragazzi. L’ottava edizione del Premio Gaetano Filangieri ha scelto di rendere omaggio a mons. Attilio Nostro, vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, figura capace di costruire un rapporto diretto e sincero con il mondo giovanile. Promosso dal Convitto nazionale “Gaetano Filangieri” di Vibo Valentia insieme al Coordinamento regionale delle Consulte studentesche, il riconoscimento punta ogni anno a indicare modelli di riferimento credibili, capaci di parlare ai più giovani con i fatti prima ancora che con le parole.
Dopo il riconoscimento tributato, negli anni precedenti, a Dario Antoniozzi, Antonino Murmura, Giuseppe Mirarchi, Mario Spagnuolo, Gianni Pittella e Giuseppe Ayala, Franco Gabrielli e Noemi di Segni, per l’ottava edizione della manifestazione il comitato tecnico scientifico ed il Coordinamento regionale delle Consulte studentesche coordinato da Franca Falduto, ha individuato nel vescovo Attilio Nostro, l’illustre personalità da insignire.
«Il premio? Una grande responsabilità»
«Questo premio ha per me un significato molto importante – ha commentato il vescovo – perché prima di tutto è una grande responsabilità. I ragazzi ci guardano, e giustamente pretendono da noi adulti un esempio, uno stimolo, una guida. Ma soprattutto desiderano essere ascoltati». Ed è proprio l’ascolto uno dei temi attorno a cui si è sviluppato il suo intervento, durante una giornata che ha visto protagonisti studenti, docenti e istituzioni.
Per mons. Attilio Nostro non si tratta solo di un problema educativo, ma anche e soprattutto sociale: «Molti adulti oggi non conoscono davvero i ragazzi. Non sanno quali siano i loro sogni, le loro difficoltà, le loro fragilità. E il rischio, se non ascoltiamo, è che si rifugino altrove: in contesti di isolamento, in forme di devianza. Dobbiamo fare di più, e farlo meglio». Una riflessione che arriva dritta al cuore degli studenti, i veri protagonisti del premio. «Il nostro compito – spiega Andrea Bonavita, presidente della Consulta studentesca di Cosenza – è proprio quello di far emergere e valorizzare figure che siano un punto di riferimento. La Consulta si muove ogni giorno nelle scuole, cercando di trasmettere l’importanza di una cittadinanza sana, attiva e consapevole. E questo premio è un modo concreto per farlo».
«I ragazzi hanno bisogno di esempi»
Ideato dal rettore del Convitto, Alberto Capria, il Premio Filangieri si fonda sulla convinzione che indicare “adulti di riferimento” – figure che con il proprio esempio sappiano essere guida e stimolo per le nuove generazioni – possa rappresentare una potente leva formativa. «I ragazzi hanno bisogno sì di libri, ma soprattutto di esempi – sottolinea Capria –. Per questo ogni anno scegliamo personalità che si sono distinte nel campo sociale e professionale, capaci di lasciare un segno autentico. Mons. Nostro, sin dal suo arrivo, ha dimostrato una vicinanza sincera al mondo giovanile e scolastico dimostrando come il suo esempio sia una chiave didattica importantissima. Ecco perché lo abbiamo scelto».
Mons. Attilio Nostro ha scelto infine di rivolgersi ai ragazzi parlando di crescita e fragilità, raccontando anche un po’ della propria esperienza personale: «Io sono un esempio, ma in senso negativo», ha detto con sincerità e autoironia. «Da bambino avevo molte fragilità. A salvarmi la vita, a fare la differenza, è stata una maestra: la signora Dina. È lei che mi ha insegnato a studiare anche divertendomi, a fare della mia fatica uno strumento per crescere. Mi ha fatto capire che con l’impegno si può rimediare a tanto. Anche oggi, quelle fragilità mi accompagnano, ma sono parte di me».