Sessant’anni d’amore: Domenico e Maria rinnovano le promesse a Ricadi e passano il testimone al nipote prossimo alle nozze
Domenico La Torre, 87 anni originario di Spilinga, e Maria Gurzì, 83 anni di Orsigliadi, hanno festeggiato circondati dall'amore dei loro 5 figli e dall'affetto degli amici
In un’epoca in cui «i legami sembrano farsi sempre più labili», come sottolineato nell’omelia da don Francesco Sicari, parroco di Ricadi che ha officiato il rinnovo delle promesse per i 60 anni di matrimonio di Domenico La Torre, 87 anni, e Maria Gurzì, 83 anni, la «toccante testimonianza di amore duraturo» della coppia, diventa un baluardo anche per familiari e amici che li hanno circondati di affetto nella ricorrenza, di festa come se fosse la prima volta. La cerimonia si è svolta nella chiesa parrocchiale di San Pietro venerdì scorso. Domenico e Maria si sono scambiati nuovamente le fedi nuziali, «benedicendo Dio per averli fatti scegliere l’un l’altro e per aver camminato insieme per sei decenni di vita coniugale», ha sottolineato don Sicari.
Domenico, originario di Spilinga, «è un uomo solare, pieno di vita e benvoluto da tutti», ha sottolineato il parroco. Per oltre trent’anni, è stato un volto noto nel territorio grazie al suo lavoro di bigliettaio sui pullman della ditta Pugliese di Tropea, percorrendo quotidianamente la tratta verso Catanzaro, dove numerosi studenti e lavoratori si recavano. «Nel tempo libero – prosegue don Sicari nel racconto della coppia che conosce bene -, Domenico ha coltivato le passioni di calzolaio (“u scarparu”) e barbiere, diventando un punto di riferimento per l’intera comunità. La signora Maria, nata e cresciuta nella vicina Orsigliadi, piccola frazione di Ricadi, ha dedicato la sua vita al lavoro di bracciante agricola e casalinga. Proprio a Orsigliadi, il 4 luglio 1965, Domenico e Maria furono uniti in matrimonio dall’allora parroco Domenico Pantano».
«Sorridenti e gioiosi, Domenico e Maria sono giunti in chiesa mano nella mano, accompagnati dai loro cinque figli, tre maschi e due femmine, dai parenti e da dieci nipoti. Tra questi, il nipote più grande – ci ha fatto sapere don Sicari -, che porta lo stesso nome del nonno e che si unirà in matrimonio con la sua Roberta a settembre, a Brattirò». E proprio questo “passaggio di testimone” idealizzato da don Francesco Sicari è stato il binario della sua omelia a braccio che tanto ha commosso sposi e presenti, nella quale ha sottolineato come «la vita dei nonni, vissuta nella reciproca fedeltà e nell’amore scambievole per 60 anni, rappresenti il più bel regalo e la consegna più preziosa alle nuove generazioni, in particolare al nipote Domenico e alla sua futura sposa Roberta. In un’epoca caratterizzata da legami frammentari e liquidi, dove la convivenza spesso prende il posto della scelta di formare una famiglia benedetta da Dio nel sacramento del matrimonio, la vita familiare e coniugale di Domenico e Maria è un forte messaggio per i giovani di oggi, quasi a voler dire che è ancora possibile credere nell’amore e camminare insieme per sempre».
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