venerdì,Aprile 19 2024

Soriano piange padre Giordano, addio al creatore dello storico presepe

Il padre domenicano si è spento all’età di 87 anni. Oggi i funerali. Il commosso ricordo di padre Giovanni Calcara

Soriano piange padre Giordano, addio al creatore dello storico presepe
Una panoramica di Soriano Calabro

«Il superiore e la comunità dei padri domenicani, unitamente ai familiari, annunciano che padre Giordano Procopio, di anni 87, 66 di professione religiosa, 59 di sacerdozio, è stato reso partecipe della Liturgia Celeste, dal Cristo Buon Pastore, per donare a lui, la “ricompensa dei servi buoni e fedeli”, intercedenti la Beata Vergine Maria del Santo Rosario e il Patriarca San Domenico. La celebrazione eucaristica esequiale sarà celebrata oggi 26 febbraio alle ore 15.30, presso il nostro Santuario di San Domenico». È questo il necrologio con il quale la comunità dei padri domenicani di Soriano annuncia la dipartita di padre Giordano (al battesimo Agazio) Procopio deceduto nella giornata di ieri nel piccolo centro delle Preserre.

Nato a Guardavalle il 6 dicembre 1933 da Giuseppe e Teresa Sangiuliano, era compente di una numerosa famiglia di ben nove figli: Francesco, Giuseppe, Antonietta, Vincenzo, Guglielmo, Francesco, Antonietta e Carolina. Scrive di lui padre Giovanni Calcara: «Conosciuti i Domenicani per messo del loro Padre Provinciale entrò a 16 anni, nel 1949 nel nostro convento San Rocco di Acireale per essere ammesso al noviziato. Emessa la prima professione Semplice (temporanea) il 19 novembre 1954 rimase nella stessa comunità formativa, per iniziare gli studi istituzionali presso lo Studium della Provincia per essere ordinato sacerdote a Catania il 30 luglio 1961 nella nostra Chiesa di San Domenico. Assegnato subito nel convento di San Giorgio Morgeto vi profuse gli anni più belli del suo giovanile ministero sacerdotale, con l’entusiasmo e l’amabilità di cui era dotato. Successivamente, nel 1970 fu assegnato a Soriano Calabro che, divenne la sua casa-dimora e seconda patria dove per oltre trent’anni ha profuso le migliori energie di mente, di cuore e di religioso in un lungo e fruttuoso ministero sacerdotale che lo hanno visto protagonista della vita della comunità domenicana e del Santuario e delle tantissime iniziative da lui promosse e volute nelle varie ricorrenze storiche come arrivo o ritorno dei domenicani a Soriano».

E ancora: «contemporaneamente superiore e rettore a Soriano (coadiuvato in maniera instancabile prima dal solo padre Domenico Barilaro e poi, dopo il ritorno dalla missione in Pakistan, da padre Michele Fortuna) in un apostolato di frontiera sia per la piccola comunità di Ciano che per coloro che abitavano nella contrada Ariola e che per partecipare alla Messa dovevano scendere al centro. Fu lui ad andare a celebrare, per primo, all’aperto e poi nei locali dell’asilo la Celebrazione Eucaristica domenicale. Di fatto incominciò, prima, a costruire la comunità e poi pensò anche a costruire la Chiesa come edificio. Anche se dopo la benedizione della prima pietra della nuova Chiesa, avvenuta il 31 agosto 1985, da parte di monsignor Cortese e intitolata alla Madonna del Rosario in contrada Pirara, fu deciso di costruirla in posizione più raggiungibile lungo la strada principale dove oggi esiste e dedicata a Gesù Salvatore».

Un campo particolare di «apostolato e di predicazione del confratello è stato il presepe che ha vissuto in quello spirito, richiamato recentemente da papa Francesco nella sua lettera sull’argomento. In cui fra l’altro afferma: “il presepe… annuncio del Verbo Incarnato fatto Uomo che vive la nostra umanità con semplicità e condividere in tutto la nostra stessa vita…”. In fondo questo si è sforzato di fare padre Giordano, sicuramente imparando l’arte da suo padre Giuseppe per quanto riguarda l’aspetto tecnico, per poi completare l’annuncio di tutto con la parola e la sua vita. La prova è in quanto ancora oggi la comunità di Soriano gestisce del presepe monumentale da lui stesso realizzato, con l’aiuto della gente di Soriano che ha donato attrezzi e oggetti vari originali, come anche l’ausilio di artisti come Gianni Valentino e Pasquale De Masi. In maniera diversa lo stessa cosa ha fatto in tutte le comunità in cui è trovato a vivere».

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