venerdì,Aprile 19 2024

Vibo, raccolta fondi in memoria della prima vittima del coronavirus in città

Gli amici della figlia dell’architetto Silipo contribuiscono all’acquisto di Dpi per il personale dell’ospedale Jazzolino: «Invece di comprare fuori aiutiamo chi è in prima linea»

Vibo, raccolta fondi in memoria della prima vittima del coronavirus in città

La solidarietà non si arresta. Anzi trae nuovi significati anche da fatti tragici, come lo può essere la morte di una persona. Un dramma che colpisce gli affetti più cari, la famiglia, gli amici, la comunità di appartenenza. Ma che può germogliare e generare gesti di grande empatia e compartecipazione. Il decesso dell’architetto vibonese Antonio Silipo, prima vittima del coronavirus a Vibo città, è da annoverare tra quegli eventi dolorosi in grado, però, di smuovere le coscienze.

Così un gruppo di ragazzi, amici e colleghi universitari della figlia dell’architetto, hanno deciso di manifestare il proprio cordoglio alla famiglia esprimendo al tempo stesso vicinanza al personale medico e infermieristico vibonese in questo momento in prima linea nella difficile battaglia contro la pandemia. Anziché acquistare fiori, quindi, hanno devoluto i proventi di una raccolta fondi per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale (tute e mascherine soprattutto) rivolgendosi ad Ilenia Iannello, la studentessa di Porto Salvo impegnata in una gara di solidarietà a favore della sanità vibonese che ha già superato la considerevole soglia dei 17mila euro, grazie ai quali sono già stati acquistati caschi per la respirazione, Dpi, monitor e altre numerose attrezzature mediche destinate ai reparti più esposti nell’emergenza a Vibo ma anche a Tropea.

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A questi fondi si aggiunge dunque anche la donazione di 750 euro fatta dagli amici della figlia di Silipo. Un gesto, ha detto Michele Romano, uno dei promotori, «nato dall’idea di una semplice colletta per consegnare alla famiglia dei fiori ma, considerata anche l’impossibilità, abbiamo poi deciso di donare un qualcosa che a dispetto dei fiori non appassisce mai, ossia un aiuto all’impegno e alla dedizione dei medici e di tutto il personale sanitario che sta lottando il prima linea. Il papà di Paola è purtroppo infatti scomparso a causa di questo terribile mostro invisibile. In poco tempo – ha aggiunto – abbiamo creato un gruppo molto ampio, siamo tutti amici di Paola, e abbiamo voluto così dimostrare il bene che in tanti proviamo per lei e per tutta la sua famiglia, ed esprimere così la nostra vicinanza».

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