venerdì,Marzo 29 2024

Rebus classi, il “Berto” chiude le porte ad altre scuole: «Non ci sono le condizioni»

Dura presa di posizione della dirigente Caterina Calabrese nei confronti del collega del Capialbi Scalamandrè: «Certe prese di posizione sembrano pure e semplici ripicche»

Rebus classi, il “Berto” chiude le porte ad altre scuole: «Non ci sono le condizioni»
La protesta dello scorso anno
Caterina Calabrese, dirigente del liceo Scientifico

Non ci sono le condizioni nei locali del Liceo Scientifico Giuseppe Berto per ospitare classi di altri istituti, così come avvenuto nei precedenti anni scolastici. Ciò perché, sulla base delle normative anti-covid, gli spazi necessari ad allocare circa 1240 studenti e il relativo personale si sono inevitabilmente dilatati, andando ad occupare anche spazi in precedenza disponibili. È questa, in estrema sintesi, la posizione che la dirigente scolastica Caterina Calabrese assume ufficialmente sulla richiesta, avanzata nei giorni scorsi da parte del collega Antonello Scalamandrè, di una cessione di alcune aule utili ad ospitare studenti del Liceo Capialbi. La dirigente del Berto chiude sostanzialmente la porta ad ogni soluzione diversa e, dopo la difficile trattativa che ha visto la scuola “riappropriarsi” del plesso Soriano, invita la Provincia a proseguire nel solco dello schema tracciato nel corso dell’ultima riunione: quello che prevede l’utilizzo del blocco B/11 dell’Industriale per allocare parte delle 20 aule in esubero al Capialbi. «Se quella soluzione poteva andar bene per noi – afferma -, non vedo perché non possa ora funzionare per una scuola che ha la sede centrale a pochi metri dalla nostra». [Continua]

La dirigente rigetta l’etichetta di “scuola di Serie A”, attribuita al suo istituto. «Le infinite riunioni che si sono tenute in tutti questi mesi tra i dirigenti scolastici e il presidente dell’amministrazione provinciale, hanno visto il Liceo Berto sempre in prima pagina, non per eccesso di presenzialismo ma per una serie di problematiche che fino a qualche giorno fa sembravano non avessero soluzione alcuna. Solo grazie ad una serie di azioni congiunte che hanno visto coinvolti il presidente Solano, i tecnici della Provincia Bellantoni e La Scala (cui vanno i miei personali ringraziamenti per l’impegno profuso nella risoluzione della problematica), il proprietario di Palazzo Soriano e la scrivente si è riusciti ad addivenire ad una soluzione che era la naturale e logica conseguenza di ciò che nel tempo si era costruito».

Soluzione che ha consentito agli alunni Liceo Berto di «poter continuare il loro percorso di studi all’interno di quelli che per anni sono stati le loro aule, i loro laboratori, la loro palestra ed i loro spazi, non certo perché il Liceo Berto è una scuola di Serie A ma perché sorte ha voluto che quella fosse la propria naturale sede. Alla luce degli sviluppi sull’utilizzo di Palazzo Soriano, il Liceo Berto che ribadisco fino ad una settimana fa si trovava a non sapere dove collocare più di 750 alunni su 1240, oggi può gestire negli spazi assegnati dall’amministrazione provinciale l’inizio dell’anno scolastico nel rispetto di tutti i dispositivi di sicurezza previsti dalla vigente normativa anti-covid».

Una riunione tra i dirigenti scolastici

La Calabrese respinge quindi al mittente «tutti questi attacchi più o meno palesi nei confronti del Liceo Berto, attacchi dei quali non si capiscono né la natura e né soprattutto le motivazioni. Qualcuno si ostina ad avanzare richieste pretestuose ed infondate per l’attribuzione di spazi ed aule all’interno dei locali del Liceo Berto adducendo motivazioni assolutamente infondate, fuori luogo e che cancellano di fatto (nel suo pensiero!) la grave situazione emergenziale che fino ad oggi abbiamo tutti dovuto affrontare». Quindi spiega: «le aule che fino allo scorso anno erano state assegnate dall’amministrazione provinciale ad altro istituto superiore delle provincia oggi di fatto non ci sono più per i motivi che di seguito voglio sinteticamente rappresentare: gli spazi da utilizzare per la sistemazione degli alunni delle classi del Liceo Berto, alla luce del piano anti-covid, oggi ci permettono di sistemare le 53 classi con circa 14 alunni per classe e dovendo quindi ricorrere alla modalità di didattica integrata e rotazione degli alunni in presenza; gli spazi comuni, sempre alla luce delle vigenti norme anti-covid, non consentono di gestire situazioni che prevedono alunni di istituti diversi presenti contemporaneamente all’interno dei locali del Liceo; non c’è la possibilità di allocare in zone distinte con ingressi diversificati e servizi igienici separati altro personale non appartenente al Liceo Berto; alla luce dell’organico aggiuntivo potenziato che prevede ulteriori 26 classi da assegnare al liceo Berto per superare l’emergenza Covid19, per come da richiesta presentata all’Usr Calabria, la situazione di fatto diventa ancora più complicata da gestire; le attività didattiche in presenza ed a distanza, visti gli indirizzi Scienze applicate con curvatura biomedica e indirizzo Sportivo, richiedono l’utilizzo di laboratori, palestre ed impianti sportivi presenti all’interno della scuola e non consentono alla scrivente la dismissione di laboratori, oltre all’utilizzo integrato come aule già predisposto in alcuni casi per la sistemazione dei nostri alunni».

In conclusione: «le richieste e gli attacchi a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi sono decisamente da rispedire al mittente anche perché non si comprende come, a fronte di un esigenza di solo tre classi in più rispetto allo scorso anno, oggi se ne richiedano ben 25 in più! Non si capisce inoltre perché le soluzioni che fino a qualche giorno fa potevano andare bene per il Liceo Scientifico Berto (e cioè la sistemazione dei 750 alunni in esubero tra Itg e blocco B11 e quindi dall’altro capo della città rispetto alla sede centrale) oggi non vadano bene per altri istituti che hanno la sede centrale a pochi metri di distanza dalla nostra».

Per la Calabrese: «Certe prese di posizione sembrano pure e semplici ripicche per affermare non si sa bene quale superiorità. La scrivente ha sempre e solo lavorato nell’interesse della Scuola e degli alunni… tutto il resto non conta come non contano le paventate difficoltà organizzative per la gestione dei docenti. Nel ribadire che, planimetrie alla mano, non esistono né gli spazi e né le condizioni di sicurezza per cedere aule del Berto ad altri istituti, invito il presidente Solano a continuare nel lavoro svolto fino ad oggi per garantire il regolare avvio dell’anno scolastico 2020/‘21 e di percorrere le soluzioni riportate nella bozza di deliberazione proposta all’ultima conferenza dei servizi del 7 agosto 2020».

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