venerdì,Aprile 19 2024

La Pasqua solidale con la Croce rossa italiana in prima linea

Nel Vibonese oltre mille indigenti nell'elenco. Le derrate alimentari non bastano per tutti e i volontari si autotassano

La Pasqua solidale con la Croce rossa italiana in prima linea

Hanno distribuito viveri per dare sollievo agli indigenti. Nei sacchetti solidali, i volontari hanno messo anche le uova di Pasqua per i bambini. E’ emergenza povertà a Vibo Valentia, dove sempre più persone ogni giorno bussano alla porta della Croce rossa italiana. Nell’elenco ufficiale, 80 famiglie per un totale di 300 persone. Solo a Vibo città. Un migliaio gli indigenti in lista in tutta la provincia. Ma sono molti di più i bisognosi e le derrate alimentari non bastano per tutti.

«Le scorte di cibo stanno finendo»

Anzi, «le scorte stanno finendo», l’allarme lanciato dalla presidente della Cri Caterina Muggeri. Tanta è la richiesta e nei magazzini gli alimenti che invia l’Agea cominciano a scarseggiare. Per sopperire alla scarsità di cibo, i soci si sono autotassati acquistando 100 litri di latte, che è l’alimento più richiesto insieme ai biscotti. «Nelle famiglie dove ci sono bambini e anziani il latte non può mancare», sottolinea. Un prezioso contributo arriva dai carrelli solidali, ma sono pochi quelli presenti in città. E ci sono poi i benefattori, «come il produttore di cipolla rossa di Tropea che ha donato chili di prodotto, piuttosto che gli ambulanti che hanno regalato uova di Pasqua». Ma non bastano per tutti. Un’insufficienza di cibo che ha costretto i volontari a distribuire derrate una volta al mese e non più ogni 15 giorni.

L’esercito dei volontari impegnato su ogni fronte

«Facciamo quel che possiamo con le poche risorse che abbiamo», aggiunge la presidente della Croce rossa che ricorda lo straordinario lavoro dei suoi “ragazzi”: 300 iscritti e 150 operativi, la maggior parte dei quali sono donne. La più piccola crocerossina ha 17 anni, la più grande ne ha 78. «Come vede siamo un gruppo eterogeneo», dice Caterina Muggeri, che aggiunge: «A breve entreranno nel gruppo altri 25 volontari». C’è dunque bisogno di rinforzi perché il lavoro è aumentato da quando è scoppiata la pandemia. «I volontari – sottolinea – sono impegnati su due fronti: l’emergenza sanitaria ed economica. Le richieste che arrivano ogni giorno sono le più disparate. Molti chiedono un’occupazione, come la signora Melina che cerca un lavoro come badante «anche fuori città», altri invece come i pazienti oncologici o i dializzati, chiedono di essere accompagnati nelle strutture sanitarie per le terapie.

Lo sportello dei bisogni

Insomma le richieste di aiuto aumentano e si fa sempre più impellente la creazione di uno sportello dei bisogni. Una proposta che la presidente della Cri intende avanzare alle istituzioni locali: «C’è chi ha bisogno di cibo e c’è invece chi ha bisogno di un paio di scarpe. C’è tanta gente che soffre e noi abbiamo il dovere di tendere loro una mano».

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