venerdì,Aprile 19 2024

‘Matto per il calcio’, il sogno mondiale di Antonio Barba

Dal Vibonese al Giappone per prendere parte ai mondiali di calcio a 5 con la Nazionale azzurra dei pazienti psichiatrici. Un ventinovenne di Filogaso segna così il gol più importante, tracciando il suo personale percorso di autonomia dalla malattia.

‘Matto per il calcio’, il sogno mondiale di Antonio Barba

C’è un sogno nella testa di Antonio Barba, 29enne di Filogaso, ragazzone atletico e sveglio affetto da disturbi psichici. Ed è un sogno inseguito a lungo, accarezzato all’ombra della sua grande passione per lo sport. Un sogno comune a tanti ragazzi della sua età che, fin da piccoli, correndo dietro a un pallone, si immaginano d’azzurro vestiti alzare al cielo una Coppa, un trofeo. Magari la Coppa più importante del mondo.

Solo che Antonio a quel sogno ci ha creduto davvero fino in fondo, arrivando ad un passo dal realizzarlo e segnando, nel farlo, un importante percorso di autonomia che ha sorpreso tutti: dai suoi familiari ai suoi amici fino ai medici che lo seguono da qualche tempo.

Questa possibilità è arrivata da un progetto nato per caso, che vede in prima linea uno psichiatra, anzi il presidente dell’Associazione nazionale psichiatri, Santo Rullo. Dalla sua idea ha preso vita la Nazionale italiana di calcio a 5 dei pazienti psichiatrici. Squadra che ora prenderà parte ai mondiali che si svolgeranno da oggi e fino al 29 febbraio a Osaka, in Giappone.

Antonio fa parte di questa squadra, unico calabrese ad aver superato la selezione tenutasi a Roma e a farsi notare dallo staff tecnico che Rullo ha mobilitato per questo progetto che prende il nome dal documentario “Matti per il calcio”, di Volfango De Biasi e Francesco Trento, che qualche anno fa si interessava al fenomeno delle squadre di pazienti psichiatrici. “Matti per il calcio” (che avrà ora un sequel mondiale con “Crazy for football”), così come “matto” per lo sport è Antonio.

Del tennis in particolare (l’anno scorso si è piazzato secondo nel torneo estivo di Maierato), ma bravissimo anche con i piedi, in attacco soprattutto, convincendo i selezionatori azzurri ad arruolarlo nei magnifici dodici e spedirlo in Giappone con una missione specifica che in queste ore risuona come un mantra nel tam-tam dei social network: “andare a prendersi la Coppa del Mondo”.

E la cosa interessante, insolita, certamente importante nella sua storia clinica, è che Antonio fino ad Osaka ci è arrivato praticamente da solo. Scovato questo progetto su internet (sua altra grande passione), si è presentato davanti alla sua famiglia dicendo semplicemente: “io vado a Roma”. Superate le iniziali, comprensibili, perplessità, i suoi genitori, la sorella Natalie e tanti altri familiari e amici, sono divenuti i primi alleati e tifosi di Antonio, consapevoli che in ballo non ci fosse solo un mero risultato sportivo. Un primo provino, poi un secondo brillantemente superato. Infine la notizia tanto attesa: si va in Giappone.

Un’altra missione è quella che vede finora impegnato il solo Rullo, che nel progetto ha investito personalmente non solo il suo tempo ma anche 30mila euro, confidando nella generosità dei supporter e di quanti vorranno sostenere la sua idea attraverso il crowdfunding avviato sul sito stradeonlus.it .

Ora, però, la sfida si fa eminentemente sportiva. Antonio e suoi compagni dovranno vedersela contro squadre altrettanto motivate ed agguerrite. Ma anche se quel sogno alla fine non si dovesse concretizzare, sarà comunque valsa la pena viverlo fino in fondo.

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