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Nel Vibonese fare sport è un’utopia, terzultima provincia d’Italia per qualità e diffusione

La classifica nazionale che valuta presenza di infrastrutture, discipline praticate e interazione con il tessuto economico e sociale ci vede in fondo alla lista. Ecco chi fa meglio in Calabria

Nel Vibonese fare sport è un’utopia, terzultima provincia d’Italia per qualità e diffusione

Vibo Valentia terzultima provincia d’Italia per Indice di sportività, cioè il parametro che misura la diffusione dello sport in un determinato territorio. È quanto emerge dal report recentemente elaborato da Pts per Il Sole 24 Ore che ha delineato un quadro di totale “disparità sportive” tra le regioni italiane. Il Vibonese si posiziona al posto 105, seguito solo da Nuoro e dalla Provincia del Sud Sardegna. Una discesa drastica, ben 13 posizioni in meno rispetto allo scorso anno quando si trovava 92esima. Comunque, per le province calabresi in generale, la situazione non è proprio delle migliori. Il quadro che esce fuori dall’analisi per la nostra regione è desolante, così come era emerso nel longform pubblicato da LaC News24 nell’agosto 2023, intitolato “Ultimo Stadio”, che aveva già evidenziato le difficoltà affrontate dalle città calabresi. 

Indice di sportività: che cos’è

L’Indice di sportività (che misura la qualità e la diffusione dello sport a livello provinciale) si basa su 35 indicatori suddivisi in quattro categorie: struttura e organizzazione del sistema sportivo, sport di squadra, discipline individuali e relazioni dello sport con l’economia e la realtà sociale. Per ogni indicatore e categoria viene elaborata la classifica delle 107 province italiane; tenuto conto del diverso “peso” attribuito ai singoli indicatori, viene poi definita la classifica finale. Per lo più i dati fanno riferimento al 2023, per gli sport di squadra si considera la stagione 2023-2024.

La situazione delle 5 province calabresi

Delle 107 province del Belpaese, quella calabrese messa meglio è Catanzaro, che rispetto allo scorso anno recupera quattro posizioni piazzandosi all’80° posto con 243,5 punti. Segue Reggio Calabria, al 95° posto con 189,4 punti. La provincia di Cosenza si piazza al 98° posto (80,6 punti), Crotone 99° posizione con 171,7 punti e infine – come detto – Vibo Valentia al 105° posto con soli 118,8 punti. Questi dati evidenziano non solo una carenza di infrastrutture sportive ma anche una necessità urgente di politiche volte a migliorare il supporto agli sportivi locali e alle società sportive. A chiudere questa graduatoria la provincia di Nuoro (116,15 punti) e il Sud Sardegna (115,27 punti).

La disparità fra Nord e Sud

I dati pubblicati sul Sole 24 Ore sottolineano la grande diffusione dello sport a livello territoriale, pur rimanendo sostanziali differenze tra il Centro-Nord e il Sud. La provincia di Cagliari al 15° posto (era undicesima nel 2023) si conferma leader nel Mezzogiorno. Non mancano alcuni significativi recuperi: quelli di Napoli, che guadagna 16 posizioni e il secondo posto tra le province meridionali (passando da 55esima a 42esima), di Catania, che sale dall’81° al 51° posto. Sempre tutte meridionali le ultime dieci posizioni (tre le siciliane, come le calabresi).

L’intervento dell’Osservatorio regionale per lo sport

Sulla questione relativa all’indice di sportività è intervenuto anche l’Osservatorio regionale per lo sport della Calabria. Il presidente Fabio Colella, ha sottolineato le profonde disparità tra il Nord e il Sud Italia, evidenziando un significativo divario infrastrutturale.

«Il Sud – ha dichiarato Colella – ha solo il 26% degli impianti sportivi nazionali, a fronte del 52% del Nord, con un notevole 20% di impianti non completati o inutilizzati». Questo divario si riflette anche nella disponibilità di palestre nelle scuole, «per le quali si registra il dato per cui sei scuole su dieci hanno una palestra e una su dieci una palestra accessibile».

Colella ha enfatizzato la necessità di una collaborazione più stretta tra la Regione e le città, «coinvolgendo le innumerevoli società sportive radicate sul territorio che lavorano incessantemente e con pochi mezzi a disposizione».

«La Calabria – ha aggiunto Colella -, deve invertire il trend di sotto-investimento nello sport, concentrando gli investimenti nei settori più praticati e sfruttando la naturale vocazione ecosostenibile della regione». In conclusione, ad avviso del presidente dell’Osservatorio: «La sfida sarà anche quella di indirizzare gli investimenti in modo corretto valorizzando gli sport che sono più praticati e che possono dare alla popolazione e al turismo sportivo ricadute positive in termini di incremento delle competizioni, in considerazione della vocazione naturale, ecosostenibile ed accessibile che ha la Calabria».

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