Un nuovo Parco eolico nel Vibonese, la Regione Calabria frena

Compie un altro passo in avanti il Parco eolico che dovrebbe sorgere in un vasto territorio che abbraccia due province, quelle di Vibo Valentia e Catanzaro, a cavallo fra le Preserre e la zona delle Serre. Anche il Consiglio comunale di Vallelonga, infatti, dopo la relazione del sindaco Abdon Servello, ha espresso sei voti favorevoli alla realizzazione del Parco ed uno contrario (quello del consigliere Francesco Lentini). Si tratta di un Parco che nel progetto, oltre a Vallelonga, abbraccia i territori comunali di Pizzoni, San Nicola da Crissa, Simbario, Vazzano e Torre di Ruggiero, quest’ultimo ricadente in provincia di Catanzaro. Per tutti tali comuni si tratta – così si legge nella delibera del Comune di Vallelonga – di un “progetto di forte incidenza in favore dell’ambiente e di grande portata”. Un progetto promosso dalla società “Parco Eolico Primus srl” con sede a Catanzaro e depositato da oltre un anno alla Regione Calabria. Secondo i sei comuni favorevoli al Parco, gli impianti “di produzione di energia da fonte rinnovabile contribuiscono al miglioramento ambientale e sono oggetto di una disciplina di favore volta al conseguimento degli obiettivi di politica energetica nazionale e comunitaria in tema di incremento delle fonti energetiche alternative e pulite”. Proprio per questo i sei Comuni intendono “promuovere il coordinamento dell’azione delle amministrazioni locali, caratterizzando i loro rapporti con le Province e con la Regione uniformandoli ai principi di cooperazione, complementarietà e sussidiarietà tra le diverse sfere di competenza”. Per il raggiungimento di tale obiettivo di azione comune, le amministrazioni interessate hanno deciso di considerare come “unico il progetto di Parco Eolico Primus srl” anche ai fini della delimitazione dei confini, intesa come delimitazione esterna dell’intero territorio interessato e complessivamente individuato e non dei singoli Comuni.                                                                                                              Il progetto tuttavia – che ha già ottenuto il via libera anche da altri Consigli comunali, Simbario e San Nicola da Crissa in testa – si scontra al momento con il mancato rilascio dell’autorizzazione unica della Regione Calabria, necessaria per avviare definitivamente il Parco. I Comuni quindi, allo stato, si sono detti favorevoli al Parco pur non avendo esaminato, ed eventualmente approvato, uno schema di convenzione con la società proponente, in quanto l’autorizzazione unica è condizione necessaria per la realizzazione del progetto proposto. La relazione tecnica generale e l’elaborato con sovrapposizione del Parco eolico su cartografia Pai – rischio idraulico è stata presentata dalla società Primus srl ai Comuni interessati nell’aprile dello scorso anno al fine di chiedere ad ogni ente locale di promuovere e sostenere la realizzazione del Parco eolico il cui progetto integrale è stato depositato alla Regione Calabria per il rilascio proprio dell’autorizzazione unica che ad oggi manca. Da tenere ben presente, inoltre, che l’assessore regionale all’Ambiente, Antonella Rizzo, lo scorso anno intervenendo sullo sviluppo dei Parchi naturali aveva dichiarato: “La posizione della Regione è chiara e ci sarà un secco no a tutto ciò che concerne discariche e parchi eolici. Ogni domanda seguirà un iter burocratico, ma la posizione della Regione resterà immutata”.                                                                                              Gli interessi economici in gioco sono enormi. Un Parco eolico muove sì energia pulita, ma anche una montagna di denaro di cui spesso i territori interessati, però, non ne beneficiano affatto. Anzi, dal punto di vista paesaggistico i territori che già ospitano dei Parchi eolici hanno perso di gran lunga la loro bellezza. Ogni Parco eolico – al di là delle buone intenzioni – ha infatti un impatto ambientale di non poco conto perché ogni enorme pala da installare comporta anche la realizzazione di strade e stradine in mezzo ai boschi ed alle montagne attraversate improvvisamente da mezzi pesanti di notevoli dimensioni da utilizzare per i lavori, magari all’interno del Parco regionale naturale delle Serre come nel caso di Simbario e Pizzoni. E’ inoltre provato che le pale eoliche costituiscono una fonte di pericolo soprattutto per i grandi veleggiatori, e cioè i rapaci, le gru e le cicogne. Ma l’effetto deleterio delle pale eoliche non è solo diretto. Oltre alla morte degli uccelli per collisione, tutti i ricercatori sono concordi nel ritenere che gli impianti eolici sono dannosi per l’avifauna per altre due ragioni: sottraggono territorio agli uccelli (gli animali si rifiutano di nidificare o alimentarsi all’interno dei parchi eolici, avvertendo il disturbo delle pale, la degradazione del suolo, presenza di strade, elettrodotti, veicoli in movimento) e provocano un effetto barriera che obbliga gli stormi a giri più lunghi durante i voli (dispendio energetico maggiore in inverno). Problematiche che, a quanto pare, i sei Comuni favorevoli al Parco hanno ritenuto di superare. La parola definitiva passa ora alla Regione. 

 

 

 

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