Genitori nuovamente sul piede di guerra da ieri a Ricadi contro il Comune a causa della «cattiva gestione dei lavori di ristrutturazione della mensa scolastica della frazione di Orsigliadi». Nonostante il finanziamento europeo e la promessa di una struttura pronta per l'inizio dell'anno, «il cantiere – denunciano a il Vibonese – è rimasto fermo per gran parte dell'estate, costringendo ora gli studenti ad usufruire del servizio mensa pranzando direttamente sui banchi di classe, fra disagi e mancanza di igiene». L'intervento, di cui il Comune di Ricadi è Ente appaltante, mira alla ristrutturazione e all'ampliamento dei locali Mensa a Orsigliadi. La ditta affidataria si era insediata già a fine maggio, «periodo che aveva portato all'annullamento della festa di fine anno scolastico, in cambio della promessa di avere la nuova sala mensa pronta per l'apertura delle scuole il 16 settembre», hanno evidenziato alcuni genitori.

La realtà è risultata dunque ben diversa. «Il cantiere è rimasto pressoché inattivo durante i mesi estivi di giugno, luglio e agosto, mesi ideali invece – hanno rimarcato i genitori – per eseguire i lavori senza interferire con le lezioni. Gli interventi  invece, sono stati ripresi in modo significativo solo a metà settembre, a scuola già iniziata, portando mezzi da cantiere e fango all'ingresso e rendendo inutilizzabile gran parte del cortile». Inoltre, «non essendo stata completata la Sala di refezione, il servizio è stato inizialmente rinviato a ieri, primo ottobre, con la soluzione trovata di far pranzare i nostri figli sugli stessi banchi dove avvengono le lezioni».
 

Una scelta che ha sollevato proteste tra i genitori, i quali esprimono forte preoccupazione per l'igiene: «Dopo cinque ore di lezione, chi garantisce la pulizia e la sanificazione dei banchi prima che i bambini ci poggino il cibo?», domandano anche all’amministrazione Tripodi. Qualche giorno fa, data l’imminenza dell’avvio del servizio di refezione scolastica, «il responsabile dell’area tecnica – hanno fatto ancora presente – ci aveva rassicurato sul fatto che la Sala sarebbe stata consegnata per il primo di ottobre, mentre per la cucina i lavori sarebbero ancora proseguiti». In sostanza poi, denunciano che la scelta di mangiare in classe trasferisce un «onere di igiene e logistica aggiuntivo e non previsto sul personale della scuola, mettendo a rischio la pulizia degli ambienti e l'efficienza delle operazioni post-mensa».
 

Quella che doveva essere un'opportunità di ammodernamento grazie ai fondi europei, per loro si è trasformata in un «fallimento amministrativo che penalizza pesantemente la comunità scolastica». I riflettori sulla struttura di Orsigliadi si sono accesi un anno fa, quando all’interno delle cucine e in vari altri ambienti sono stati rinvenuti escrementi di topo, portando lo stesso preside Francesco Fiumara a comunicare la tempestiva chiusura del plesso per ulteriori controlli. Da lì, le carenze igienico-sanitarie riscontrate hanno alimentato le proteste dei genitori, preoccupati per la salubrità degli ambienti in cui lasciano i propri figli. Successivamente la struttura, a ottobre dello scorso anno, è rientrata fra i 14 Comuni del Vibonese beneficiari del finanziamento Pnrr da 91,3 milioni di euro complessivi per la Calabria.
 

Sulla questione il capogruppo di opposizione, Pasquale Mobrici, ha stigmatizzato puntando il dito contro l'Amministrazione comunale e il sindaco Nicola Tripodi: «Per questi signori che dovrebbero amministrare la cosa pubblica e garantire il completo diritto allo studio, con annessa igiene per la Mensa, la cura dei servizi alla collettività come l’acqua e la scuola sono soltanto delle rogne irrisolte. Purtroppo si occupano soltanto degli interessi privati di pochi a scapito della collettività. La scuola è abbandonata da anni e i lavori della Mensa questa estate sono stati trascurati. Se ne sono ricordati solo ad inizio anno scolastico. Sto preparando comunque un’interrogazione a risposta scritta al sindaco perché – segnalano alcuni genitori a Mobrici – la nuova struttura sarebbe priva di uscita di emergenza verso l’esterno. Se fosse vero sarebbe una grave carenza di progettazione che allungherebbe ulteriormente i tempi di consegna».