lunedì,Maggio 6 2024

Usura e sequestro di persona, arrestato 45enne di Cessaniti

Operazione della Dda di Brescia e dei carabinieri che hanno fatto luce su alcuni prestiti ad imprenditori lombardi in difficoltà economiche

Usura e sequestro di persona, arrestato 45enne di Cessaniti

I carabinieri del comando provinciale di Brescia hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Roberto Franzè, 45enne di Cessaniti ma da tempo residente a Pumenengo, in provincia di Bergamo, già detenuto presso il carcere di Ascoli Piceno, considerato vicino al clan Romano di Briatico. E’ ritenuto responsabile di usura, estorsione, rapina, sequestro di persona, lesioni, ricettazione, detenzione e porto abusivo di arma e abusiva attività finanziaria, tutti aggravati anche dal metodo mafioso.

L’indagine, coordinata dalla Dda di Brescia, ha permesso di ricostruire come il 45enne, nonostante si trovasse affidato in prova al servizio sociale a seguito di una condanna per altri reati, con la collaborazione del fratello e di altri quattro indagati, fra settembre 2019 e maggio 2020, dopo aver carpito la fiducia di tre imprenditori in difficoltà economica operanti in Lombardia nei settori commerciali della rivendita di autovetture, di bevande e di gestione di sale slot machine, gli ha concesso una serie di prestiti usurai con tassi compresi fra il 130 e il 429%.

Dopo che le vittime non sono state più in grado di far fronte alle perentorie richieste di pagamento – anche a causa della crisi economica legata alla pandemia da Covid – Roberto Franzè non avrebbe esitato ad avviare nei loro confronti una serie di estorsioni tentate e consumate.

Uno degli imprenditori, fra l’altro, è stato anche vittima di rapina a mano armata, sequestro di persona e gravi lesioni personali a seguito di un efferato pestaggio. Contestualmente, è stato eseguito il decreto di sequestro preventivo di polizze assicurative e rapporti di conto corrente nei confronti dei fratelli Franzè per un importo complessivo di circa 1,8 milioni di euro.

Gli episodi, ritenuti dal grave allarme sociale, sono stati individuati nell’ambito di un’analoga e pregressa attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale antimafia di Brescia e condotta dai carabinieri del Reparto Operativo del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Brescia, che aveva già portato all’arresto di Roberto Franzè, insieme ad altri due complici, per una tentata estorsione in danno dei datori di lavoro della compagna, per il quale è stato già condannato in primo grado il 21 ottobre alla pena di tre anni di reclusione.

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