venerdì,Giugno 27 2025

Gli studenti del Professionale di Vibo nel carcere minorile di Catanzaro per il progetto “Scuola dentro”: la formazione si fa lezione di vita

I ragazzi dell’IIS “Gagliardi” De Filippis Prestia sono stati protagonisti insieme ai loro coetanei ospitati nell’istituto circondariale di un’importante esperienza formativa

Gli studenti del Professionale di Vibo nel carcere minorile di Catanzaro per il progetto “Scuola dentro”: la formazione si fa lezione di vita

Sono entrati nel carcere minorile “Paternostro” di Catanzaro non come visitatori, ma come i veri protagonisti di un progetto di grande spessore formativo e umano. Sono gli studenti del Polo Professionale  IIS “Gagliardi” De Filippis Prestia di Vibo Valentia, accompagnati dalla docente Giuseppina Cesari, artefice e guida del progetto “Scuola Dentro”, un’iniziativa nata dalla convenzione tra il mondo della scuola e quello della giustizia minorile.

«Un’esperienza – si legge in una nota – che ha unito educazione, legalità e partecipazione attiva, e che ha lasciato un segno profondo non solo nei ragazzi detenuti, ma anche negli studenti stessi, coinvolti in un percorso di consapevolezza, crescita e responsabilità».

Educare per includere

«Il progetto “Scuola Dentro” – continua la nota – è nato da un’intuizione forte: la scuola deve essere presente ovunque ci sia bisogno di educazione, anche dietro le sbarre. In questo spirito, la docente Giusi Cesari, con il corpo docente del polo professionale  IIS Gagliardi  De Filippis Presita ha voluto con forza coinvolgere gli studenti del proprio istituto in un’esperienza educativa fuori dal comune, affinché potessero coltivare concretamente la cultura della legalità, della cittadinanza attiva e dell’inclusione sociale. L’obiettivo non è stato solo  “portare qualcosa” all’interno del carcere, ma costruire un dialogo tra pari, tra giovani con percorsi diversi ma con lo stesso diritto alla dignità e al futuro».

Laboratori condivisi

Durante le giornate al Paternostro, gli studenti del Gagliardi hanno condiviso attività laboratoriali con i giovani detenuti, con particolare riferimento alle competenze dell’indirizzo alberghiero dell’istituto: cucina, pasticceria, mise en place, accoglienza.

«In piccoli gruppi misti – continuano i promotori – , ragazzi “dentro” e “fuori” hanno impastato insieme idee e cibo, scoprendo che il lavoro di squadra può essere un linguaggio universale. Tra una ricetta e un confronto spontaneo, si è creato un clima autentico, fatto di rispetto e ascolto reciproco. Il laboratorio è diventato così spazio di dialogo e trasformazione».

Una scuola che forma cittadini

E ancora: «Il progetto ha coinvolto anche altri docenti dell’istituto Gagliardi, profondamente convinti che la scuola professionale non debba solo formare competenze tecniche, ma soprattutto cittadini consapevoli. Educare alla legalità non significa solo conoscere le regole, ma comprendere il senso profondo della convivenza civile, del rispetto delle differenze, dell’importanza di costruire comunità solidali. È questo il messaggio che il progetto ha voluto lanciare: la legalità si apprende nella pratica quotidiana, nella relazione con l’altro, nel mettersi in gioco».

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