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Domenica scorsa, la comunità di Serra San Bruno si è stretta attorno al ricordo di Pasquale Andreacchi, giovane tragicamente scomparso 16 anni fa, in occasione del III Memorial a lui dedicato. L’iniziativa, permeata da un profondo senso di dolore e un persistente desiderio di verità, ha riportato alla luce un fatto traumatico che, a distanza di anni, continua a generare domande irrisolte e un bisogno inappagato di giustizia. Il cuore dell’evento è stata l’escursione che ha condotto i partecipanti al monumento dedicato al “Gigante buono”, simbolo di una memoria che la comunità si impegna a mantenere viva. La massiccia partecipazione ha testimoniato il legame indissolubile con la storia di Pasquale: 200 persone e 60 cavalli hanno preso parte all’iniziativa, un segno tangibile di vicinanza e solidarietà. Gli organizzatori, attraverso un comunicato stampa, hanno espresso il loro «ringraziamento ai cavalieri, alle scuderie e agli sponsor che hanno contribuito alla riuscita dell’evento».
Nonostante il successo di partecipazione, i promotori hanno voluto sollevare alcune questioni critiche. È stata rimarcata «l’assenza di Serra d’estate dalla locandina dell’evento», un dettaglio che «non è passato inosservato». Ma il punto «più dolente è stata la mancata partecipazione del sindaco e dell’intera Amministrazione comunale di Serra San Bruno». Gli organizzatori hanno apertamente denunciato un presunto «fare finta di dimenticarsi» e un «ignorare qualsiasi iniziativa che ricorda un evento triste per la città di Serra San Bruno». La famiglia Andreacchi ha inoltre rilanciato un appello riguardante la «pratica per l’intestazione di una via o di una piazza in ricordo di Pasquale. Nonostante sia la Prefettura che le passate Amministrazioni comunali abbiano – a loro dire – concluso l’iter burocratico con successo», la famiglia lamenta la «totale assenza di notizie in merito».

