Niente festa in onore di San Giorgio e niente luminarie. Quella di Cancello di Serrastretta nel Catanzarese, era l’appuntamento che apriva la stagione lavorativa. Si iniziava il 23 aprile per terminare il 6 novembre con la festa di San Leonardo, nel Vibonese. Le luminarie, protagoniste delle feste patronali, quest’anno resteranno spente.
Francesco Pugliese è il titolare di un’azienda che le produce e le installa. La fabbrica si trova a Cessaniti: è qui che ha sede la storica azienda.
Anche Francesco ha dovuto chiudere, mandare in cassa integrazione i dipendenti e parcheggiare i mezzi in sede. Annullate tutte le feste estive in calendario: «Ogni anno facevamo cinquanta feste solo nel periodo estivo».
Un futuro incerto. Anzi per Francesco Pugliese la cosiddetta fase due neppure esiste: «Non vedo una ripresa immediata nel nostro settore. Tutto ciò che riguarda le feste di piazza saranno penalizzate, dai fuochi d’artificio, alle bancarelle fino agli spettacoli.
Delle feste patronali e delle luminarie, quindi, quest’anno resterà solo un vago ricordo. Bisognerà stringere i denti. «Si, ma fino a quando», si domanda l’imprenditore: «In questa situazione riesco a sopravvivere due, al massimo tre mesi. Ma se non vedo una prospettiva, se non vedo un futuro, che me ne faccio di questa struttura? Alla fine saremo costretti a chiudere per sempre». Rivolge dunque il suo appello al Governo: «Perché devo andare in banca a fare un prestito per sopravvivere se io devo incassare soldi dagli enti pubblici per lavori già eseguiti? Perché lo Stato non interviene per sbloccare le risorse che ci spettano?»