Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha firmato il decreto di approvazione del Piano di accorpamento delle Camere di Commercio.
In Calabria gli enti camerali passano così da cinque a tre: mantengono la loro autonomia le Camere di commercio di Reggio Calabria e di Cosenza, mentre vengono accorpate in un unico ente quelle di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia.
Una decisione rispetto alla quale il già presidente della Camera di commercio di Vibo, Michele Lico, si è detto in disaccordo. «Si tratta di una riforma nata male e finita peggio – ha commentato ai microfoni di LaC News24 – che non fa altro che penalizzare un territorio già fragile come quello della provincia di Vibo Valentia. La nostra è una Camera di commercio che ha fatto tanto e non si può neppure condividere il provvedimento del ministero dal punto di vista del contenimento dei costi, visto che il nostro obiettivo è sempre stata la “spending review” arrivando anche a rinunciare agli emolumenti previsti per il presidente e per tutti i componenti del consiglio d’amministrazione. Il nostro ente è stato anche il primo anello di congiunzione tra il sistema imprenditoriale e la politica ma la politica in questi anni si è dimostrata assente e ascoltiamo anche in questo caso il silenzio assordante della politica, che non è intervenuta».
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