«Solo il voto dato al Pd può interrompere il circolo vizioso Lega-M5S: due partiti che da tempo hanno messo in atto una finta rissa le cui conseguenze le pagano gli italiani. Questo loro incontro di wrestling ci costerà 25 miliardi in un anno, per trovare i quali ricorreranno all’aumento dell’Iva o ai tagli su scuola, sanità, previdenza. Per dare agli “ultimissimi”, intento nobilissimo per carità, dovranno togliere agli “ultimi” portando il Paese alla deriva». Il vicesegretario nazionale del Pd Andrea Orlando prova a scaldare gli animi della sinistra vibonese, declamando le parole d’ordine dell’opposizione di marca dem al governo gialloverde. Nel mirino mette le adunate sovraniste di Salvini («vogliono fare un’internazionale sovranista, ma è una chiara contraddizione in termini») ma anche i cinquestelle, che, «in fatto di alleati internazionali non sono poi da meno della Lega», aggiunge. L’ex ministro della Giustizia arriva a Vibo a sette giorni dal voto per le Europee e le Comunali, partecipando all’incontro promosso nella sede elettorale di Stefano Luciano insieme al presidente della Provincia di Cosenza e candidato a Bruxelles Franco Iacucci, al commissario regionale Stefano Graziano, all’ex deputato Bruno Censore, al dirigente regionale Giovanni Puccio, al segretario provinciale Enzo Insardà. Manca, e non a caso, la componente oliveriana del partito da tempo in rotta con i vertici romani. Orlando è consapevole delle difficoltà che il Pd vive in Calabria ed ammette: «Ci sono pezzi del partito che lavorano in altra direzione, mi auguro che ci ripensino perché è del tutto evidente che delle Regionali si discuterà dopo il voto. Ora un buon risultato della lista e del capolista Franco Roberti alle Europee è la condizione migliore per affrontare poi una discussione più serena sul futuro del centrosinistra calabrese». Anche sui guai giudiziari di Oliverio e sulla possibilità che il partito chieda al presidente della Regione un passo indietro, Orlando rimanda il giudizio a dopo il 26 maggio. «La vicenda giudiziaria deve essere distinta da quella politica – afferma -. Sul piano giudiziario a carico di Oliverio ci sono ancora elementi molto iniziali di un procedimento. Su quello politico – ribadisce – credo sia giusta la strada di affrontare il tema in forza di un buon risultato alle Europee».