La Provincia di Vibo senza liquidità: il presidente Solano ricorre all’anticipazione di cassa

Una anticipazione di cassa fino a un massimo di 7.388.728,93 euro. È quanto il presidente dell’amministrazione provinciale di Vibo Valentia Salvatore Solano ha richiesto alla Tesoreria dell’ente per l’anno 2022. Il massimo responsabile di Palazzo ex Enel ha, infatti, firmato nella giornata di ieri l’apposita delibera per poter avere il lasciapassare al fine di ricorrere all’anticipazione di cassa. Nella sede amministrativa di contrada Bitonto, insomma, le casse sono vuote in vista delle spese correnti del prossimo anno. La Provincia non ha liquidità, contanti, per intenderci. E il presidente ha dato seguito alla richiesta di somme in anticipo, una pratica non inusuale per gli enti locali. Si tratta, però, di denari che l’ente dovrà necessariamente restituire entro l’anno prossimo alla propria Tesoreria, pagando anche i relativi interessi dell’anticipazione. Nella delibera, infatti, viene dato atto non solo delle condizioni che si sono verificate e che hanno indotto l’amministrazione provinciale a ricorrere alla Tesoreria dell’ente, ma anche che nel prossimo bilancio saranno previste tutte le iniziative per regolarizzare la suddetta richiesta. [Continua in basso]

I motivi della richiesta dell’anticipazione

Tre, dunque, sono stati i motivi per i quali l’amministrazione guidata da Salvatore Solano ha deciso di richiedere quattrini alla propria Tesoreria: innanzitutto – si legge nella delibera del presidente – «la necessità di fare fronte ad eventuali e temporanee esigenze di cassa», quindi «il prioritario e completo utilizzo delle entrate a destinazione vincolata». Infine, si è deciso di chiedere contante poiché questa è stata una «specifica richiesta da parte del servizio finanziario dell’ente». Sempre nella delibera licenziata da Salvatore Solano viene comunque dato atto che nel bilancio preventivo per l’esercizio finanziario 2022 «saranno previsti i necessari stanziamenti per le movimentazioni conseguenti all’anticipazione richiesta, per il pagamento dei relativi interessi e per i movimenti di utilizzo e di reintegro delle somme vincolate».  Va ricordato, inoltre, che l’amministrazione provinciale è appena uscita dal dissesto finanziario, dichiarato il 30 ottobre del 2013,  ed ha provveduto ad approvare lo scorso 22 novembre il primo Bilancio di previsione dopo nove anni di buio finanziario.

La norma che consente di ricorrere alla Tesoreria

Va, infine, ricordato che il ricorso all’anticipazione di cassa è una pratica non inusuale negli enti locali. In base alla normativa vigente, infatti, «il tesoriere, su richiesta dell’ente corredata dalla delibera di giunta, concede allo stesso anticipazioni di Tesoreria, entro il limite massimo dei tre dodicesimi delle entrate accertate nel penultimo anno precedente, afferenti per i Comuni, le Province, le Città metropolitane e le unioni di Comuni ai primi tre titoli di entrata del bilancio e per le Comunità montane ai primi due titoli”. Ma soprattutto il tesoriere “non può effettuare anticipazione di Tesoreria se non dopo avere accertato il completo utilizzo delle disponibilità esistenti nelle contabilità speciali intestate all’ente medesimo».

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