La tensione attorno al futuro della sanità vibonese continua a crescere. A infiammare ulteriormente il dibattito è l’intervento dell’ex consigliere comunale di Tropea, Massimo Pietropaolo – oggi candidato alle prossime elezioni comunali – che in una lunga riflessione critica duramente l’assenza del presidente della Regione e commissario ad acta alla sanità calabrese, Roberto Occhiuto, alla riunione convocata dal Prefetto di Vibo Valentia.

La riunione in Prefettura e l’assenza di Occhiuto

L’incontro, voluto dal prefetto Anna Aurora Colosimo su richiesta dei 50 sindaci che compongono la Conferenza dei primi cittadini, si è svolto mercoledì 3 dicembre per affrontare i gravi problemi del sistema socio-sanitario e ospedaliero vibonese.

Alla riunione era stato invitato anche il commissario ad acta – ruolo ricoperto proprio da Occhiuto – che però ha preferito non presenziare, delegando al sub-commissario Ernesto Esposito. Una scelta definita da Pietropaolo come «uno sgarbo istituzionale che non ci si aspettava dall’onorevole Roberto Occhiuto».

L’ex consigliere stigmatizza in particolare le dichiarazioni pubbliche con cui il governatore ha spiegato la propria assenza: “È una cosa squallida costruire carriere politiche sulla sofferenza e sul disagio della gente”, ha detto occhiuto in un video pubblicato sui social. Una frase che, secondo Pietropaolo, «detta da chi ha preteso di essere nominato Commissario ad acta alla sanità calabrese sembra una contraddizione logica o un lapsus freudiano».

Sindaci, Prefettura, Chiesa e comitati: un fronte compatto

Alla riunione con il Prefetto erano presenti, tra gli altri, i commissari che guidano l’Asp di Vibo e il Vescovo di Mileto, Nicotera e Tropea, Attilio Nostro, da tempo sostenitore di un potenziamento della sanità territoriale.

Pietropaolo sottolinea che né i sindaci presenti – tra cui il presidente della Conferenza, Salvatore Fortunato Giordano, e il sindaco di Vibo Valentia, Enzo Romeo – né il Vescovo hanno alcun interesse elettorale imminente: «Hanno rappresentato i fabbisogni di salute di tutto il territorio provinciale e non hanno imminente necessità di essere rieletti… e il Vescovo è stato scelto per volere dello Spirito Santo e per l’imposizione delle mani del Vescovo di Roma e dunque non ha bisogno di essere eletto».

All’esterno della Prefettura, intanto, numerosi comitati e associazioni presidiavano la zona per dare voce alle criticità della sanità vibonese: il Comitato San Bruno, il Comitato Costa degli Dei, il Comitato pro Ospedale di Vibo Valentia, i rappresentanti del Medical Center di Drapia con i familiari dei pazienti, e la Casa della Carità, impegnata nella riabilitazione di bambini con gravi disabilità.

«Maleducazione istituzionale»: il j’accuse di Pietropaolo

L’ex consigliere non usa mezzi termini nel commentare l’assenza del governatore: «È stata una maleducazione istituzionale da parte del Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, non accettare personalmente la convocazione del Prefetto di Vibo Valentia».

Secondo Pietropaolo, i sindaci vibonesi hanno «hanno affrontato non i 70 problemi in 7 ore che il governatore ostenta di aver trattato nella sua giornata lavorativa, ma tutti i problemi quotidiani dei cittadini, 24 ore al giorno». Per questo, a suo giudizio, la presenza diretta del commissario ad acta sarebbe stata indispensabile.

La mobilitazione continua: cittadini pronti a manifestare alla Cittadella

Nella parte finale della sua riflessione, Pietropaolo annuncia nuove iniziative da parte dei cittadini e delle realtà civiche: «Rassicuriamo il presidente della Regione che la comunità della Provincia di Vibo Valentia non lo distoglierà dalla risoluzione dei 70 problemi giornalieri che egli instancabilmente affronta come Ercole le dodici fatiche».

E aggiunge: «I cittadini vibonesi, democraticamente, pacificamente, con autorizzazione della Questura di Catanzaro, a breve andranno davanti alla Cittadella di Catanzaro a chiedere all’eroico Presidente risorse umane, economiche e strumentali affinché la sanità vibonese sia in grado di curare i propri pazienti come sancisce la Costituzione della Repubblica italiana».