Una storia di immigrazione senza lieto fine. Un “sogno americano” al contrario, che si conclude con la tragica morte del protagonista. È quella di Nazareno Primerano, nato a Serra San Bruno sul finire dell’800 e partito alla volta degli Usa ad appena 18 anni.
A riportarla alla luce Geremia Mancini, presidente onorario dell’associazione “Ambasciatori della fame” con sede a Pescara. Nazareno (su alcuni documenti Nazzareno) Primerano – narra Mancini – nacque, il 13 dicembre del 1895, a Serra San Bruno in provincia di Vibo Valentia da Salvatore e Angela Rosa Ariganello. Arrivò, nel 1913, ad “Ellis Island” a bordo della nave “Rochambeau”.
Negli Stati Uniti andò a vivere nel “villaggio pioneristico” di Clermont, Contea di McKean, Pennsylvania. Qui Salvatore, il padre, era giunto nel 1900 dopo aver attraversato l’oceano a bordo della “Victoria” (fu registrato come ventottenne).
Il padre all’inizio lavorò in miniera e nelle cave. La madre come tessitrice. In seguito il padre trovò lavoro in una fabbrica, la “Clermont Sewen Pipe Company” (tubi fognari e prodotti in argilla). Nella stessa fabbrica lavorò anche Nazareno. Per la famiglia Primerano il “sogno americano” sembrò concretizzarsi. Purtroppo, in Europa si combatteva la Prima guerra mondiale, e a Nazareno giunse la chiamata alle armi. Fu inquadrato nell’11° Fanteria, Compagnia G, 5a divisione, ed addestrato a “Fort Oglethorpe” in Georgia. Arrivò in Francia nel maggio del 1918 (n. di matricola 4087493).
Nel novembre del 1918, durante la seconda fase dell’offensiva della “Meuse-Argonne”, c’era da dare l’ultima decisiva spallata al nemico. Nell’ultimo attacco, Nazareno Primerano, fu ucciso durante la coraggiosa azione il 10 novembre 1918. Il giorno dopo sarebbe stato firmato l’Armistizio a sancire la fine della Prima guerra mondiale. Oggi riposa nel cimitero “Holy Rosary Cemetery” di Johnsonburg in Pennsylvania.