Diocesi Mileto, il messaggio del vescovo per la festa della Madonna di Romania

“Vedo che sei un profeta!”. È questo il titolo della lettera inviata ai fedeli e ai sacerdoti dal vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Attilio Nostro, in occasione della festa patronale di Maria Santissima di Romania. Una missiva rivolta dal presule per ripercorrere congiuntamente «uno dei tratti costitutivi dell’essere Chiesa: il dialogo con Cristo che ci genera a vita nuova, facendosi guidare dall’incontro tra Gesù e la Samaritana (Gv 4,5-42) l’icona biblica che ci ha accompagnato durante il nostro Sinodo Diocesano». E proprio facendo riferimento al dialogo che intercorre tra i due protagonisti dell’episodio biblico, «eco dell’incontro tra l’arcangelo Gabriele e Maria», monsignor Nostro svela oggi di pensare spesso alle tante persone che ha incontrato in questi mesi, «storie non sempre facili e dall’esito spesso incerto. Questo stesso discorso – spiega – vale pure per i sacerdoti e non solo per i fedeli laici: vivono anche loro storie faticose piene di scelte delicate, difficili. Dove attingere la forza per andare avanti, per non scoraggiarsi, per non consegnare sé stessi a dei compromessi che ci rendono sterili? “Vedo che sei un profeta!” dice la donna a Gesù, riconoscendone il carisma divino. Oggi più che mai serve questo sguardo profetico, è necessario per non appiattirci, per non atterrirci di fronte alle sfide che sembrano sovrastare il nostro orizzonte visivo ed esistenziale».

Il vescovo sottolinea che «abbiamo bisogno della Parola di Dio e più che mai anche di maestri che ci aiutino a comprenderla. Abbiamo bisogno di un culto che non si fermi ai riti ma che anzi affondi le sue radici nella relazione vitale con Dio in spirito e verità. Abbiamo bisogno – aggiunge – di imparare a discernere nella nostra storia personale la volontà di Dio e il suo disegno provvidente. Abbiamo bisogno di profeti che ci aiutino a illuminare il mistero della sofferenza, del dolore e della morte orientandolo alla grazia della Risurrezione. Abbiamo bisogno che i giovani possano trovare occasioni di incontro tra di loro e con Dio, oltre che con la verità di se stessi». [Continua in basso]

Annunciata l’imminente nomina di nuovi pastori

Il vescovo Attilio Nostro

Il vescovo annuncia, poi, di star provvedendo a nominare i nuovi pastori a servizio della diocesi «e la sollecitudine da parte mia sta proprio nel dialogare con tutti i sacerdoti sulla necessità di una Chiesa che possa riscoprire il suo ruolo di Sposa e Madre. Il dialogo con Dio, vissuto e celebrato in spirito e verità – sottolinea – è sempre una Parola generativa che può portare molti uomini e donne a scoprirsi come tempio nuovo di Dio, come figli amati. La mia speranza, nell’affidamento vicendevole e fraterno delle comunità ai loro pastori, è che queste relazioni generative possano essere portatrici di vita nuova in Cristo Buon Pastore. Scorrendo il libro dell’Apocalisse – prosegue – scopriamo che agli “angeli” delle sette chiese Gesù rivolge altrettanti messaggi nei quali Egli corregge, esorta, rimprovera, sostiene, avverte, conforta e discerne: è importante considerare indirizzato anche a noi sacerdoti questo messaggio, dato che queste comunità ci sono state affidate da Gesù ed è a Lui che dobbiamo renderne conto».

La lettera del presule si conclude chiedendo ai fratelli e alle sorelle nella fede di pregare per i propri pastori e per lui, «perché il Signore Gesù mi aiuti ancora e ancora a confermarli nella fede. Così come la Chiesa vi chiede di pregare per i vostri genitori che vi hanno dato la vita, pregate ogni giorno anche per i vostri pastori che vi danno la vita nuova in Cristo. “Vedo che sei un profeta!” dice la donna a Gesù; la mia speranza e il mio desiderio – termina – è che ogni comunità e ogni sacerdote chiedano a Dio quest’acqua che zampilla per la vita eterna, facendo esperienza di questa Parola profetica e generativa di cui tutto il mondo ha bisogno!»

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