«Dialogo. Questa crediamo sia la soluzione alla maggior parte dei problemi interpersonali e, soprattutto, sul luogo di lavoro. Sicuramente il dialogo sarebbe servito e non poco ad evitare le ultime gravi problematiche verificatesi sul cantiere di Vibo Valentia con i lavoratori, esasperati dal ritardo nei pagamenti e frustrati dalla mancanza assoluta di qualsiasi risposta da parte della azienda, pur interpellata al riguardo, che negli ultimi due giorni hanno incrociato le braccia, astenendosi dal lavorare. Astensione spontanea perché di questo si è trattato nonostante il maldestro tentativo dell’azienda di addebitare la responsabilità dell’accaduto al sindacato, parlando apertamente di sciopero, laddove la verità è che il sindacato nessun ruolo ha svolto su quella che rimane un’iniziativa spontanea dei lavoratori, né poteva svolgerlo alla luce delle disposizioni di legge che chi scrive ben conosce, nonostante evidentemente la diversa opinione nutrita al riguardo da parte aziendale».
È quanto riferisce in una nota il sindacato Slai-Cobas di Vibo Valentia che, attraverso il coordinatore provinciale Nazzareno Piperno, interviene sull’agitazione che ha causato notevoli disagi in città a causa della mancata raccolta dei rifiuti. «Attenzione – scrive Piperno -, non aver avuto un ruolo in una protesta, che sciopero non è se per sciopero si intende un’iniziativa promossa dal sindacato, non significa non condividerne se non i modi almeno le motivazioni ed i contenuti. Perché per arrivare a fare quello che i lavoratori hanno fatto bisogna essere esasperati e non, per come qualcuno vorrebbe semplicisticamente far credere, da un semplice ritardo nel pagamento delle retribuzioni ma da una sistematica opera di vessazione fisica e psicologica – per come confermato dalle centinaia di contestazioni disciplinari sollevate nell’arco di un anno e mezzo – e da condizioni di lavoro a dir poco usuranti. Situazione che ha come peccato originale l’evidente carenza di organico su cui la scrivente organizzazione ha speso sin dal primo momento, inutilmente, fiumi d’inchiostro. Il tutto aggravato dall’assoluta mancanza di dialogo con le reiterate richieste del sindacato di incontri e confronti rimaste pressoché sempre senza riscontro. Un anno e mezzo di tale situazione, esacerbando gli animi e stressando i lavoratori, ha quindi, oseremmo dire inevitabilmente, creato le condizioni affinché l’atmosfera si saturasse e la protesta, incontrollata ed incontrollabile, alla fine esplodesse. E la responsabilità, che anche qui troppo facilmente qualcuno ha addebitato ai lavoratori, a ben vedere è da ascrivere solo all’azienda che, una cosa oggi una cosa domani, ha portato passo passo i lavoratori, stanchi di subire, alla odierna eclatante protesta. Eclatante perché, lo stato in cui l’astensione dei lavoratori ha lasciato la città in pieno luglio, ha attivato una serie di meccanismi istituzionali a tutti i livelli che hanno consentito ai lavoratori di avere in pochi minuti le risposte che invece prima avevano inutilmente sollecitato per settimane. Ecco perché parlavamo di dialogo».
Sulla questione interviene anche Gianni Patania, segretario provinciale della Confasi, sigla rappresentata all’interno della compagine dei lavoratori nei rifiuti e igiene urbana della città di Vibo Valentia. «Constatiamo – scrive Patania – che Vibo città è ancora una discarica a cielo aperto. Basta andare dalle parti di Villa Gagliardi, alla rotatoria sulla provinciale per Piscopio, alla cosiddetta discesa dell’Oviesse. Le spiagge delle Marinate sono tutte sporche, e non parliamo dell’ingresso di Bivona, che si presenta ai turisti e a tutti noi zeppo di erbacce e rifiuti. Ciò per dire che i servizi sono carenti perché il personale non è sufficiente. Tra ferie, aspettative non retribuite e malattia mancano diverse unità che, però, vengono rimpiazzate soltanto in minima parte: cinque lavoratori a part-time, tra l’altro prossimi alla scadenza del solito contratto trimestrale. Come se non bastasse, non sono state ancora corrisposte le retribuzioni di giugno e la quattordicesima mensilità».
La Confasi «ha cercato di contattare il referente territoriale dell’appaltatore, la Dusty srl, che però ignora le relazioni sindacali. Pertanto, costretti a chiedere spiegazioni al sindaco, il quale, ha spiegato che il Comune ha regolarmente corrisposto il canone di maggio e giugno alla Dusty». In conclusione, a Patania, «spiace rilevare ancora una volta che in Comune la confusione regna sovrana, la ditta latita, decine di lavoratori sono disoccupati senza speranza da quattro anni, mentre quelli attualmente impiegati bastano appena appena a garantire la differenziata ma spazzamento, decespugliamento, bonifica discarica e tutto quanto previsto nel capitolato d’appalto non esistono. Nessuno denuncia niente, di penali nemmeno a parlarne, la ditta la fa da padrona a Vibo Valentia, il degrado ancora di più. in sintesi il sindaco nominando continuamente assessori vuol far l’acrobata per non sentirsi nano!»
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