giovedì,Aprile 25 2024

Vibo, quei fossi che spaventano le frazioni costiere: «Intervenire prima che ci scappi il morto» – Video

I residenti non hanno mai dimenticato il disastro del 3 luglio 2006 e ancora oggi continuano a fare i conti con la paura di esondazioni ogni volta che piove

Vibo, quei fossi che spaventano le frazioni costiere: «Intervenire prima che ci scappi il morto» – Video
Il signor Gaetano indica il Fondo La Badessa

La stagione delle piogge non fa dormire sonni tranquilli ai cittadini di Vibo Marina. È ancora vivo il ricordo della tragica alluvione del 3 luglio del 2006 quando una valanga di fango e detriti si riversò dalla montagna rombando verso la frazione marinara della città capoluogo e inghiottì ogni cosa causando il decesso di tre persone. Stesse scene rivissute nei giorni scorsi nelle Marche che piange le sue vittime. Sorvegliati speciali restano i torrenti che attraversano l’abitato. Corsi d’acqua soffocati da canneti e sterpaglie, con gli alvei ostruiti da terra e rifiuti. [Continua in basso]

E così accade che a ogni pioggia i fiumi straripino allagando le strade. Tra i corsi d’acqua c’è il fosso La Badessa, zona Pennello, completamente inghiottito dalla vegetazione.
A denunciare la situazione di pericolo è stato nei giorni scorsi Mino De Pinto, coordinatore comunale Lega Salvini, che ha lanciato un accorato appello ad intervenire al più presto.
E poi ci sono i residenti del popoloso quartiere che temono per la loro incolumità. Come Gaetano, 82 anni, che vive a ridosso del corso d’acqua. Qualche anno fa la sua casa venne invasa dal fango e dai detriti: «Ho paura», ammette. Ha provato a mettersi in contatto con l’assessore comunale ai lavori pubblici Giovanni Russo, senza però ottenere alcuna risposta.

«Devono intervenire e farlo subito. Ogni volta che diramano un’allerta ci sentiamo in pericolo». I residenti chiedono al Comune interventi urgenti. «Se non credono al pericolo che denunciamo da tempo, vengano qui e si rendano conto con i propri occhi in che stato sono i corsi d’acqua».
«Deve scappare il morto prima che qualcuno faccia il proprio dovere?», si domanda una donna che ci mostra il letto di un torrente, uno dei tanti, completamene ricoperto da canneti e sterpaglie.

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