Rifiuti, nel Vibonese raccolta differenziata ferma al 33%

È cresciuto del 20% il totale dei comuni calabresi che fanno la differenziata e che sono presenti sul periodico report che il Catasto regionale rifiuti dell’Arpacal pubblica a cadenza annuale. Da 297 comuni nella prima edizione del novembre scorso, infatti, l’Arpacal ha potuto integrare la presenza di altri 73 comuni, portando il totale dei comuni censiti a 376 su 404, con un valore complessivo che sale dal 73 al 93 per cento sul totale. Se il valore dei comuni è sensibilmente salito, quello della differenziata totale cresce, ma non con la stessa tendenza, passando dal 42,90% al 45,3%, e comunque esattamente in linea con quanto il Catasto rifiuti Arpacal aveva preventivato già a novembre scorso.

Nelle province il dato cresce con lo stesso trend: Catanzaro passa dal 48,74 al 51,53 mentre Cosenza sale dal 54,84 al 56,78; Crotone sale dal 26,25 al 27,88 per cento, Reggio Calabria dal 34,76 al 37,12 e Vibo Valentia dal 30,39 al 33,41%. Questi ed altri dati si desumono dal Report regionale rifiuti – ad integrazione di quello già pubblicato a novembre 2019 e riferito all’annualità 2018 – che questa mattina l’Arpacal ha pubblicato. Tornando ai Comuni che grazie a questa seconda finestra hanno potuto integrare, o in alcuni casi trasmettere per la prima volta, i dati all’Arpacal, c’è purtroppo da registrare il perdurare dell’assenza di ventotto comuni, pari al 7% sul totale delle amministrazioni comunali calabresi. Questa carenza è particolarmente visibile in provincia di Reggio Calabria, dove continuano a mancare all’appello 19 comuni, mentre in provincia di Cosenza sono ancora “out” sei comuni; due in provincia di Crotone ed uno in provincia di Vibo Valentia, Zaccanopoli. La provincia di Catanzaro non ha, invece, comuni mancanti.

«Occorre lavorare di più – ha commentato il direttore generale dell’Arpacal, Domenico Pappaterra – affinché anche i Comuni mancanti possano rientrare alla prossima edizione del nostro report. Occorre, quindi, uno sforzo sinergico tra noi ed il dipartimento Ambiente della Regione Calabria, magari integrando la regolamentazione del 2017 ed incentivando alla consultazione di banche dati nazionali, per affiancare le amministrazioni comunali mancanti nel loro percorso di partecipazione a questo report».

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