Depuratori mai messi in funzione nel Vibonese, la denuncia di “Mare Pulito”

Apprendiamo con entusiasmo dell’incontro tenutosi presso la Cittadella della Regione Calabria tra l’assessore Sergio De Caprio, il deputato Domenico Furgiuele e il consigliere regionale Pietro Raso, per affrontare il problema della depurazione e richiedere maggiori controlli da parte dell’Arpacal e Guardia costiera. Tuttavia, come abbiamo avuto modo di rappresentare  in altre occasioni, i soli controlli agli impianti di depurazione non sono sufficienti a garantire i problemi di inquinamento”. E’ quanto dichiara l’associazione Mare Pulito “Bruno Giordano” la quale ha deciso di focalizzare l’attenzione “su tutti i Comuni che ancora oggi non sono dotati di impianti di trattamento dei reflui fognari – e sono davvero tanti –  e ancor più, sugli  impianti di depurazione realizzati e mai messi in funzione, quali, a titolo esemplificativo, per rimanere nella provincia di Vibo Valentia, gli impianti consortili di Filadelfia e di San Calogero. Impianti costati milioni di euro e mai messi  in funzione. Ricordiamo che l’impianto di San Calogero dovrebbe servire i Comuni di Mileto, Filandari e San Calogero.

L’impianto di Filadelfia avrebbe dovuto servire anche i Comuni di Pizzo, Maierato e Francavilla Angitola, consentendo il collettamento di tutte le strutture turistico-ricettive presenti lungo la Statale 18 tra Lamezia Terme e Pizzo; strutture che allo stato attuale sono dotate di pseudo impianti di trattamento,  con recapito finale nel sottosuolo attraverso sistemi di sub-irrigazione e che producono potenziali danni alle falde acquifere. E’ davvero inconcepibile che, in un territorio dove si parla di impianti di depurazionenon funzionanti per mancanza di fondi, si assiste a uno sperpero di danaro pubblico per decine e decine di milioni di euro. Dunque, l’auspicio è che qualcuno faccia piena luce sui motivi che non hanno ancora consentito la messa in funzione di questi e tanti altri impianti di depurazione. Per quanto ci riguarda, non abbasseremo la guardia e ci riserviamo di presentare degli esposti alle competenti Procure della Repubblica”.

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