venerdì,Aprile 19 2024

L’intervento | Dietro le larghe intese al Comune si cela l’immarcescibile consociativismo

Una sana e compiuta democrazia dovrebbe invece essere caratterizzata dall’alternanza tra le varie parti politiche nella gestione della cosa pubblica

L’intervento | Dietro le larghe intese al Comune si cela l’immarcescibile consociativismo

La fase pre-elettorale si sta colorando sempre più di caratteri che si allontanano dal metodo democratico e rischiano di far allontanare ancora di più i cittadini dalla politica. La parola magica più usata è “grandi intese” e “larghe coalizioni” giustificate da uno stato di necessità, ma in realtà si tratta dell’immarcescibile e sempiterno consociativismo, una pratica politica in cui fra partiti di diversa estrazione avviene uno scambio di favori e clientelismi volti a realizzare i vantaggi economici e sociali del potere. Molti politologi considerano il consociativismo quasi una parolaccia, equivalente o molto simile a quella di “inciucio”. Una sana e compiuta democrazia dovrebbe invece essere caratterizzata dall’alternanza tra le varie parti politiche nella gestione della cosa pubblica, con una maggioranza che amministra e un’opposizione degna del suo ruolo istituzionale rilevante, al punto che in Inghilterra, patria delle libertà democratiche, viene chiamata “opposizione di Sua Maestà”.

Se si proponessero alleanze ibride alle prossime elezioni, i vibonesi si sentirebbero imbrogliati da un inciucio di bassa lega. Non si può ripetere e accrescere l’errore della passata amministrazione, non si può tenere insieme chi la pensa in modo diverso, perché i nodi verrebbero al pettine in tempi non lunghi. Non è facile mettere insieme gruppi con princìpi opposti nella politica e nella società. Sembra di essere ritornati indietro nel tempo, quando il sindaco lo eleggevano i consiglieri dopo estenuanti trattative che si concludevano con una serie di “do ut des”, quando le giunte si facevano con il manuale Cencelli e i partiti presentavano al sindaco la lunga lista delle loro richieste. Chi vuole cambiare, normalmente, è un innovatore. Ma in questo modo di fare politica c’è molto poco di innovativo, sembra invece un atteggiamento gattopardesco per salvaguardare un sistema di potere in affanno. Sotto la maschera delle “larghe intese” possono invece celarsi delle oligarchie, un sistema concentrato tra i pochi che si difendono dal cambiamento, sempre gli stessi che si riproducono per connivenze e clientele.

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