martedì,Marzo 19 2024

‘Ndrangheta: tornato libero il boss Nino Imerti, alias “Nano feroce”

Dopo 28 anni di ininterrotta detenzione, ha lasciato il penitenziario di massima sicurezza de L’Aquila, uno dei principali protagonisti indiscussi della seconda guerra di mafia di Reggio Calabria, condannato inizialmente all’ergastolo per 6 omicidi

‘Ndrangheta: tornato libero il boss Nino Imerti, alias “Nano feroce”
Antonino Imerti (Nano feroce) in una vecchia foto

Ha lasciato il carcere di massima sicurezza de L’Aquila, dopo 28 anni di ininterrotta detenzione, il boss della ‘ndrangheta Antonino Imerti, 75 anni, detto “Nano feroce”, di Fiumara di Muro. Stava scontando la pena dell’ergastolo per 6 omicidi commessi nel corso della seconda guerra di mafia a Reggio Calabria che l’hanno visto contrapposto a metà anni ’80 allo schieramento De Stefano-Tegano-Libri. Imparentato con i Condello di Archi (Imerti nel 1983 ha sposato Giuseppina Condello), l’11 ottobre 1985 scampò ad un attentato con un’autobomba che uccise le sue tre guardie del corpo. Tale fallito agguato ebbe come risposta l’omicidio due giorni dopo del boss dei boss Paolo De Stefano, all’epoca latitante e soprattutto a capo di tutti i clan della città di Reggio Calabria. Iniziò così la seconda guerra di mafia, terminata nel 1991 e che ha lasciato sul “campo” quasi 700 morti ammazzati. Da una parte lo schieramento Imerti-Condello-Rosmini-Serraino-Saraceno, dall’altra i De Stefano-Tegano-Libri-Fontana. Il 7 luglio 1986, Antonino Imerti scampò ad un altro agguato dandosi così alla latitanza. E’ stato catturato a Reggio Calabria il 23 marzo 1993 insieme a suo cognato, Pasquale Condello, detto “Il Supremo”. A seguito della pronuncia della Corte Costituzionale n. 210 del 3.07.2013, la pena dell’ergastolo inflitta ad Imerti era stata convertita in 30 anni di reclusione. Dopo una serie di annullamenti con rinvio ad opera della Cassazione, la decisione di convertire la pena dell’ergastolo in 30 anni di reclusione è divenuta definitiva. Nelle more Nino Imerti ha beneficiato sia dell’indulto (5 anni di sconto) che della liberazione anticipata (altri 4 anni in meno), vedendosi così ridotta ulteriormente la pena ed ora è totalmente libero.

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