Inammissibile il ricorso di Pasquale Quaranta, 55 anni, di Santa Domenica di Ricadi, avverso la sentenza con la quale il 22 settembre dello scorso anno la Corte d’Appello di Catanzaro l’ha condannato ad otto mesi per violazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, consistita nell’abituale frequentazione di Pasquale Prossomariti, soggetto gravato da precedenti penali. Per la Cassazione, i giudici di secondo grado hanno ampiamente rappresentato come il numero, l’epoca e l’esito dei controlli che avevano riguardato Prossomariti rivelassero l’abituale frequentazione di costui da parte di Pasquale Quaranta, in condizioni incompatibili con il verificarsi di fatti solo occasionali. Circostanze oggettive non disconosciute dal giudice di primo grado, mentre i rapporti di parentela con Prossomariti non potevano rilevare, essendo risultati estranei alle circostanze degli incontri. Per i giudici non assumono poi alcun valore giustificativo le asserite esigenze dell’imputato di servirsi di un autista per supplire all’assenza della patente.
‘Ndrangheta, processo “Costa Pulita”: raffica di condanne per gli imputati (VIDEO)