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Autobomba di Limbadi: ecco la sentenza della Corte d’Assise di Catanzaro – Video

La Dda ha contestato le accuse di omicidio, lesioni personali, estorsione, detenzione di esplosivo, detenzione e porto di armi da fuoco e munizioni, oltre alle aggravanti mafiose ed a quelle dei motivi abietti e futili

Autobomba di Limbadi: ecco la sentenza della Corte d’Assise di Catanzaro – Video
Rosaria Mancuso

Due ergastoli, una condanna a 10 anni ed una a 3 anni e 6 mesi. Esclusa per tutti gli imputati l’aggravante mafiosa e disposta una provvisionale di 150mila euro per le parti civili (Sara Scarpulla e Francesco Vinci).

La Corte d’Assise di Catanzaro (presieduta dal giudice Alessandro Bravin) ha così sostanzialmente accolto le richieste formulate dal pm della Dda, Andrea Mancuso, nel processo che mira a far luce sull’autobomba di Limbadi che il 9 aprile del 2018 ha fatto saltare in aria il biologo Matteo Vinci, provocando anche il grave ferimento del padre Francesco. La condanna all’ergastolo (così come chiesta dal pm) è stata decisa dai giudici per Rosaria Mancuso, 64 anni, e per il genero Vito Barbara, di 28 anni (più isolamento diurno per un anno). Per Domenico Di Grillo, 72 anni (marito di Rosaria Mancuso), la pena è di 10 anni di reclusione (il pm aveva chiesto 20 anni). Nei confronti di Lucia Di Grillo, di 30 anni (figlia di Domenico Di Grillo e Rosaria Mancuso e moglie di Vito Barbara) la condanna ammonta a 3 anni e 6 mesi di reclusione (12 anni la richiesta del pm).

La Corte d’Assise ha altresì disposto la trasmissione degli atti in Procura per le determinazioni di competenza in ordine alle dichiarazioni rese in aula dalle parti offese (Francesco Vinci e Sara Scarpulla) e dal consulente della difesa Mariano Pitzianti. Francesco e Sara Scarpulla erano assistiti dall’avvocato Giuseppe De Pace.

Nei confronti di Rosaria Mancuso e Vito Barbara, l’accusa di aver organizzato e portato a termine l’omicidio di Matteo Vinci attraverso l’autobomba e di aver ferito gravemente il padre Francesco. Nei confronti di Domenico Di Grillo l’accusa di tentato omicidio ai danni di Francesco Vinci (pestato brutalmente nell’ottobre 2017) e detenzione di armi. Tali contestazioni venivano mosse anche a Vito Barbara e Rosaria Mancuso. Per Lucia Di Grillo, infine, l’accusa di tentata estorsione, lesioni aggravate nei confronti dei Vinci-Scarpulla e la detenzione di armi. [Continua in basso]

Ad avviso della Dda di Catanzaro, Vito Barbara e Rosaria Mancuso avrebbero approfittato di un momento in cui Matteo Vinci si trovava in una zona isolata in compagnia solo del padre Francesco Vinci collocando (ovvero disponendo che altri la collocassero) una radiobomba al di sotto dell’autovettura Ford, modello Fiesta, di proprietà di Francesco Vinci – condotta nell’occasione da Matteo Vinci – facendola successivamente esplodere e causando così la morte di Matteo per carbonizzazione e quindi fra atroci sofferenze.

Lucia Di Grillo

Vito Barbara e Rosaria Mancuso erano poi accusati di aver causato lesioni personali a Francesco Vinci attraverso lo scoppio della bomba collocata sotto l’auto, e quindi anche di detenzione illegale di ordigno esplosivo e distruzione di autovettura. Estorsione aggravata dalle modalità mafiose, l’accusa mossa a Domenico Di Grillo, al genero Vito Barbara, a Lucia Di Grillo, e Rosaria Mancuso. Nello specifico, Lucia e Rosaria Mancuso avrebbero aggredito i coniugi Francesco Vinci e Rosaria Scarpulla il 29 marzo del 2014 cagionando loro lesioni personali. Domenico Di Grillo e Rosaria Mancuso avrebbero poi intimato a più riprese ai coniugi Vinci di cedergli il fondo del quale erano proprietari sito a Limbadi in contrada Macrea. Il tutto attraverso violenza e minaccia consistita nell’evocazione della propria caratura criminale e dei collegamenti tra loro stessi e la cosca dei Mancuso (in particolare con i fratelli di Mancuso Rosaria, ovvero Giuseppe Mancuso cl. ’49, Mancuso Pantaleone, alias “l’Ingegnere”, Mancuso Diego e Mancuso Francesco, detto “Tabacco”), con modalità tali da manifestare una notevole carica intimidatoria. Domenico Di Grillo, Vito Barbara e Rosaria Mancuso sono quindi accusati di aver colpito con un’ascia ed un forcone il 30 ottobre 2017 Francesco Vinci, con in particolare Rosaria Mancuso che avrebbe incitato gli altri due gridando: “Ammazzatelo, ammazzatelo”.  [Continua in basso]

Sara Scarpulla e Francesco Vinci

I colpi provocavano a Francesco Vinci un focolaio emorragico, una frattura scomposta della mandibola, una ferita al cranio, una ferita al viso, una vasta lacerazione della mucosa interna della guancia e ferite alle mani. Sempre Domenico Di Grillo, Vito Barbara e Rosaria Mancuso erano anche accusati di aver detenuto illegalmente una pistola revolver in data 30 ottobre 2017, mentre in data 1 maggio 2018, unitamente a Lucia Di Grillo, sono infine accusati della detenzione e della ricettazione (in data 1 maggio scorso) di altro revolver marca Colt calibro 38 special, di varie munizioni e di un fucile a pompa con matricola punzonata. 

Impegnati nel collegio di difesa gli avvocati: Francesco Capria e Gianfranco Giunta per Domenico Di Grillo; Francesco Capria e Mario Santambrogio per Rosaria Mancuso; Giovanni Vecchio e Fabrizio Costarella per Vito Barbara; Giovanni Vecchio e Stefania Rania per Lucia Di Grillo.

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