venerdì,Marzo 29 2024

Il nostro 25 aprile: la Festa della Liberazione a Vibo Valentia

Di mattina la cerimonia di conferimento delle medaglie a tre partigiani, oltre all’omaggio al monumento ai caduti. Nel pomeriggio l’evento all’auditorium del Santo Spirito, chiuso dal concerto dell’Orchestra del conservatorio Torrefranca. Presente anche il sindaco di Riace, Mimmo Lucano.

Il nostro 25 aprile: la Festa della Liberazione a Vibo Valentia

71 anni sono passati dalla liberazione dell’Italia dal nazifascismo, e oggi come sempre si è voluto omaggiare gli eroi della resistenza. Una cerimonia sobria, questa mattina di fronte al Monumento ai caduti su Corso Umberto ha reso omaggio a chi combatté per la liberazione della Patria.

Poco prima la consegna delle tre medaglie della Liberazione ad altrettanti partigiani vibonesi, che hanno contribuito a rendere libera l’Italia dall’oppressione della dittatura. Carmine Fusca, Salvatore Staglianò, Francesco Restuccia: il prefetto Carmelo Casabona ha consegnato ai loro familiari le medaglie al valore, assieme a delle targhe commemorative in omaggio alle loro lotte. A segnalare i partigiani da insignire delle onorificenze l’Associazione nazionale partigiani.

Nel pomeriggio, il tempo incerto ha costretto a spostare la manifestazione all’interno dell’auditorium dello Spirito Santo, dove sono intervenute diverse associazioni: Movimento rinascita cristiana, Movimento apostolico, Azione cattolica, assieme a Cgil, Avis, Admo, Auser, Libera, L’isola che non c’è, Compresi gli ultimi, hanno contribuito a dare il segno dello spirito della giornata.

Tutti insieme in questa giornata densa di ricordo e di orgoglio, comprese le istituzioni e il primo cittadino, Elio Costa. Luigino De Nardo, segretario provinciale della Cgil, nelle vesti di moderatore, ha voluto ringraziare i presenti, «in una giornata dove non si poteva non essere presenti».

Ha poi ceduto il microfono al presidente dell’Anpi vibonese, Silvestro Scalamandrè: «Oggi bisogna festeggiare anche l’ottenimento di uguali diritti per tutti. Il diritto di voto e di partecipazione a tutte le donne italiane, ricordando anche quelle che hanno contribuito alla Resistenza – ha detto Scalamandrè -. Per la prima volta un ente pubblico ha deciso di patrocinare questo evento, per questo debbo ringraziare il sindaco Elio Costa, dimostrato da subito disponibile, dando un segnale chiaro alla comunità. In tutto questo bisognerebbe eliminare quelle fazioni che negano questo avvenimento storico, facenti parte di un rigurgito neofascista. Oggi bisogna continuare a resistere, contro altri mali che minano alla democrazia, che hanno reso il Mediterraneo “un cimitero”, per questo non si può restare indifferenti di fronte al dramma dei migranti».

Per il primo cittadino «non è finita l’esigenza di liberazione», ha detto riferendo di essere stato da subito «entusiasta dell’iniziativa, per il coinvolgimento della città». Anche lui ha toccato il tema dei migranti, citando Papa Francesco: «Invece di alzare muri, bisogna costruire ponti. Proprio per questo motivo non ritengo condivisibile la presa di posizione dell’Austria, che ha bloccato le frontiere. Quando si parla di muri non possono non venire in mente la separazione, l’olocausto, Berlino e il resto delle barriere nel resto del mondo storiche e moderne – ha aggiunto Costa – che ci devono insegnare ad affrontare questo esodo epocale dei nostri giorni».

Fortunatamente c’è ancora chi resiste, come il sindaco di Riace Domenico Lucano (foto in basso a destra); il suo paese è un esempio totale di accoglienza e integrazione, che ha fatto il giro del mondo. «Due sono le parole ricorrenti: resistere e libertà. Mi sono state insegnate da Peppino Lavorato (sindaco di Rosarno con il Pci negli anni 80), che mi ha fatto piangere pensando a chi ha comunque partecipato alla resistenza moderna, il suo amico e compagno Giuseppe Valarioti (ucciso dalla ndrangheta). Bisogna continuare a resistere contro l’oppressione dei popoli, siano esse dittature e mafie, e scegliere ogni giorno da che parte stare. La speranza non deve essere messa da parte», ha detto Lucano.

Per quanto riguarda il fenomeno dell’immigrazione, una fuga di libertà, occorre avere «una visione d’umanità»; nel suo paese, su 4500 abitanti, oltre la metà è arrivata da realtà estreme. Hanno contribuito a ripopolare un comune mangiato dall’emigrazione, che a causa dello spopolamento rischiava di scomparire. Dopo la sua testimonianza, e quella degli altri ospiti, la platea ha potuto assistere al concerto dell’orchestra del conservatorio Fausto Torrefranca, mentre la mostra sui migranti, curata da Franco Gioghà, per motivi logistici non si è potuta tenere, ma si recupererà nei prossimi giorni.

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