La Cassazione dice no alla scarcerazione di Antonio Mancuso

 

Resta in carcere il boss della ‘ndrangheta Antonio Mancuso, 78 anni, ritenuto il capo assoluto dell’omonimo clan di Limbadi, nel Vibonese. Lo ha deciso la Corte di Cassazione, ritenendo infondate le doglianze del boss che, attraverso i suoi difensori, chiedeva da tempo gli arresti domiciliari per motivi di salute. 

Ad avviso della Suprema Corte, i giudici del Tribunale di Vibo Valentia, e poi quelli del Riesame di Catanzaro, hanno correttamente stabilito che le patologie di Antonio Mancuso non sono tali da determinare una condizione di incompatibilità con la detenzione in carcere in regime ordinario, derivando l’unico elemento di criticità dalla sottoposizione dell’imputato al regime del carcere duro (41 bis). 

Mancuso si trova attualmente sotto processo a Vibo per l’operazione “Black money”, mentre è già stato condannato in via definitiva per le operazioni Dinasty 1 e 2. (Agi)

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