Narcotraffico: lascia il carcere 68enne di Briatico che sta scontando pena definitiva
E’ stato condannato a 13 anni e 6 mesi nell’operazione “Meta 2010” per rapporti con i colombiani ed il gruppo di narcos diretto da Vincenzo Barbieri. E’ imputato a Vibo pure nel processo Adelfi
Lascia il carcere per gli arresti domiciliari Giuseppe Pugliese, 68 anni, di Sciconi di Briatico, detenuto in quanto condannato in via definitiva nel giugno del 2016 a 13 anni e 6 mesi di reclusione al termine dell’operazione denominata “Meta 2010” contro il narcotraffico internazionale di cocaina. La decisione di concedere al 68enne gli arresti domiciliari è del Tribunale di Sorveglianza di Lecce, in accoglimento di un’istanza presentata dall’avvocato Giovanni Vecchio. [Continua in basso]
L’inchiesta e il maxisequestro
L’operazione “Meta 2010”, scattata nel novembre 2011, ha portato al più grosso sequestro di cocaina (ben 2.200 chili) mai effettuato in Europa negli ultimi 20 anni.
Stando alle accuse, Giuseppe Pugliese ed i figli Alessandro e Vincenzo avrebbero tenuto “i contatti con i fornitori colombiani, rapportandosi con i committenti italiani” diretti da Vincenzo Barbieri (ucciso il 12 marzo scorso a San Calogero), Giorgio Galiano, Giuseppe Topia e Antonio Franzè.
Giuseppe e Vincenzo Pugliese, secondo la Dda di Roma, avrebbero procurato le autovetture, consegnate in Italia ai referenti dei colombiani, al cui interno sarebbe stato occultato il denaro destinato al pagamento delle partite di cocaina. Da un’email del 5 ottobre 2010 e concernente un tentativo di importazione di cocaina, si evincerebbe come i soldi normalmente venivano consegnati a casa di Giuseppe Pugliese, a Sciconi di Briatico, e poi trasferiti in Colombia attraverso una narcotrafficante spagnola.
A conferma degli stretti legami fra i Pugliese ed i vibonesi diretti da Vincenzo Barbieri, la Dda ha fatto poi notare che in una conversazione del 27 ottobre 2010 Giuseppe Pugliese raccomandava il figlio Alessandro di trattare con “la massima cortesia gli emissari di Barbieri che stavano arrivando in Colombia perché ciò avrebbe agevolato i successivi rapporti con Barbieri”.
Giuseppe Pugliese attualmente figura anche fra gli imputati a piede libero del processo nato dall’operazione contro il narcotraffico denominata Adelfi, che si sta tenendo a Vibo.
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