sabato,Aprile 20 2024

Inchiesta sull’Aterp di Vibo: il pm chiede 16 rinvii a giudizio

Il processo è stato chiesto, fra gli altri, per l’attuale vicepresidente del Consiglio regionale,Giuseppe Gentile, per Domenico Pallaria, Antonino Daffinà e Giuseppe Romano

Inchiesta sull’Aterp di Vibo: il pm chiede 16 rinvii a giudizio

Richiesta di rinvio a giudizio per gli imputati nel procedimento penale nato dall’inchiesta sull’acquisto del palazzo dell’Aterp in via Machiavelli a Vibo. Dopo diverse udienze andate a vuoto per difetti di notifica ad alcuni imputati, il pm della Procura di Vibo, Corrado Caputo, ha potuto oggi spiegare in aula al gup Antonio Di Matteo le ragioni per le quali, a suo avviso, gli imputati devono essere processati. Un intervento articolato, al termine del quale sono iniziate le prime discussione degli avvocati difensori degli imputati. La richiesta di rinvio a giudizio interessa: Giuseppe Gentile, 75 anni, di Cosenza, ex assessore regionale, attuale consigliere regionale di Forza Italia e vice presidente del Consiglio regionaleAntonino Daffinà, 58 anni, di Vibo, ex commissario dell’Aterp di Vibo ed anche lui esponente di Forza Italia; Nazzareno Guastalegname, 69 anni, imprenditore di Stefanaconi e proprietario dell’immobile in cui ha sede a Vibo l’Aterp; Giuseppe Maria Romano, 70 anni, di Tropea, ex direttore generale dell’Aterp, già sindaco di Tropea, attuale consigliere comunale di minoranza a Tropea; Michele Montagnese, 74 anni, di Vibo Valentia, ex sindaco della città capoluogo; Antonino Stagno, 47 anni, imprenditore di San Calogero, socio di Guastalegname nell’acquisto del palazzo poi divenuto sede dell’Aterp; Emilio Minasi, 66 anni, di Cosenza; Luciano De Pascali, 61 anni, di Vibo Valentia; Giuseppe Raffele, 51 anni, di Serra San Bruno, ex direttore tecnico dell’Aterp, ex consigliere provinciale e candidato alla presidenza della Provincia di Vibo nel 2014 con Udc/Ncd (indagato per abuso d’ufficio e turbativa d’asta); Domenico Pallaria, 60 anni, di Curinga, direttore generale della Regione Calabria; Antonio Capristo, 60 anni, di Rossano; Nicola Barbuto, 72 anni, di Vibo (ex revisore dei conti dell’Aterp); Serafino Fiamingo, 43 anni, di Zungri; Giuseppe Pepe, 73 anni, di Vibo (ex revisore dei conti dell’Aterp); Nicola Bosco, 78 anni, di Vibo (ex revisore dei conti dell’Aterp); Vito Caglioti, 78 anni, di Soriano Calabro (ex revisore dei conti dell’Aterp). Nel procedimento sull’Aterp vengono a vario titolo ipotizzati i reati di truffa aggravata, abuso d’ufficio in concorso, falsità ideologica e turbativa d’asta. [Continua dopo la pubblicità]

Domenico Pallaria

L’inchiesta è stata avviata nel 2015 quando la Guardia di finanza – oltre alla documentazione relativa a 32 assunzioni con contratti a progetto – aveva acquisito tutta la documentazione relativa all’acquisto, per la somma di 2 milioni e 800mila euro, della sede in cui sono ubicati gli uffici dell’Aterp di Vibo. L’edificio era stato acquistato dall’Aterp guidata da Antonino Daffinà (in quota Forza Italia) quando già si sarebbe avuta piena consapevolezza, ad avviso degli investigatori, che la legge regionale numero 24 del 2013 avrebbe di lì a poco soppresso l’Aterp di Vibo Valentia ed accorpato tutte le Aterp provinciali in un’unica azienda regionale. I soldi utilizzati per comprare la nuova sede dell’Aterp di Vibo provengono dal fondo ex Gescal (Gestione case per i lavoratori) che doveva invece servire a ben altri scopi. 

PER LE SINGOLE ACCUSE LEGGI QUI: Inchiesta sull’Aterp di Vibo Valentia: chiuse le indagini preliminari per 16 indagati

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