Produzione di marijuana tra Vibonese e Reggino, a San Calogero la base operativa: i NOMI degli arrestati, le singole misure e le accuse
La misura cautelare decisa dal gip del Tribunale di Vibo Valentia Rossella Maiorana in accoglimento di una richiesta della Procura
Sei misure in carcere, una ai domiciliari e tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. E’ quanto deciso dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, Rossella Maiorana, nell’ambito dell’inchiesta odierna sul narcotraffico sull’asse San Calogero-Rosarno, condotta dai carabinieri su coordinamento della Procura di Vibo. In carcere finiscono: Gaetano Palaia, 50 anni, di Rosarno; Sante Restuccia, 36 anni, di Rosarno; Antonio Restuccia, 32 anni, di Rosarno; Antonio Paladino, 42 anni, di Rosarno; Rocco Stilo, 34 anni, di Rosarno; Giuseppe Gentile, 28 anni, di Rosarno. Agli arresti domiciliari finisce il marocchino Abdazzarrah El Homaidi, 38 anni, residente a Rosarno. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per: Jean Saliuh, 39 anni, del Senegal ma domiciliato nella Tendopoli di San Ferdinando; Baba Jaiteh, 35 anni, del Gambia, domiciliato nella Tendopoli di San Ferdinando; Youssouf Doubia, 30 anni, del Mali, domiciliato nella Tendopoli di San Ferdinando. L’intera inchiesta e la richiesta cautelare avanzata dal pm scaturisce da un’articolata attività d’indagine i cui esiti sono confluiti in un’informativa finale redatta il 12 gennaio dai carabinieri della Stazione di Limbadi.
Le accuse
Sante e Antonino Restuccia, Rocco Stilo, Giuseppe Gentile, Antonio Paladino, Baba Jaiteh, Jan Saliuh, Youssouf Doubia sono accusati, in concorso tra loro, di aver coltivato diecimila piante di marijuana. Ad occuparsi della gestione delle varie fasi realizzazione della piantagione (diecimila piante), nonché della coltivazione, della cura delle piante e della lavorazione della sostanza stupefacente sarebbero stati Sante e Antonino Restuccia, Rocco Stilo, Giuseppe Gentile, Antonio Paladino. A coltivare, raccogliere e lavorare lo stupefacente avrebbero contribuito anche – tra maggio e luglio 2022 – anche Baba Jaiteh, Jan Saliuh e Youssouf Doubia. Viene poi contestata la coltivazione di altra piantagione da mille piante ed una terza composta da 178 piante di canapa indiana, più la cessione di trentadue chili di marijuana già suddivisa in ventiquattro involucri sottovuoto, celati in fusti di plastica per uso agricolo, da cui erano ricavabili 8.492 dosi medie singole.