sabato,Aprile 27 2024

Medico picchiato a Vibo, l’Ordine adotta un documento programmatico contro la violenza

L’iniziativa intrapresa in seguito all’incontro istituzionale svoltosi ieri nella sede dell’organizzazione guidata dal presidente Antonino Maglia che organizzerà incontri formativi con le istituzioni, le associazioni di categoria e gli altri ordini professionali

Medico picchiato a Vibo, l’Ordine adotta un documento programmatico contro la violenza

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE

Dopo l’ultima grave aggressione avvenuta qualche giorno fa, si torna a interrogarsi su come mettere in sicurezza le professioni sanitarie che corrono più o meno lo stesso rischio di essere aggrediti di quello di poliziotti e altre forze dell’ordine: spesso anche con conseguenze sull’equilibrio psicologico degli aggrediti, tale da compromettere il loro buon rendimento lavorativo

Poca attenzione al fenomeno. Il clima è ormai esasperato le violenze verbali e fisiche si verificano tutti i giorni, il fenomeno delle aggressioni, se prima riguardava principalmente i medici ospedalieri dei Pronto Soccorso e le Guardie Mediche, ora sembra non risparmiare più nessun camice bianco (secondo uno studio condotto dalla SIMEU Calabria (Società Italiana di Medicina di Emergenza Urgenza) degli aggrediti il 45% è donna, il 60% subisce minacce verbali, il 20% percosse, il 10% atti di vandalismo e il 10% violenza a mano armata). Tanti medici vivono una condizione di profondo disagio. I medici effettuano interventi, spesso complessi, fanno diagnosi, prescrivono cure: non devono difendersi da un’utenza spesso esasperata, che li considera responsabili di una realtà di cui sono invece le prime vittime.

Medico aggredito in un panificio a Vibo. Trasferito in ospedale

Il clima elettrico tra medici e pazienti finisce inevitabilmente per complicare il lavoro dei camici bianchi e del personale sanitario, che si ritrovano a lavorare con una forte pressione e con la paura di sbagliare.

Oppure qualcuno ritiene piacevole per infermieri, medici, ausiliari assistere i pazienti nei corridoi, visitarli in sale sovraffollate, ed avere a che fare con parenti ed accompagnatori spesso comprensibilmente aggressivi? Abbiamo denunciato come da almeno dieci anni ci sia stata una sostanziale inerzia delle istituzioni. Non siamo disposti a considerare “normale” essere aggrediti per svolgere il nostro lavoro, un lavoro che tra non molto in pochi vorranno fare».

Dall’incontro tenuto presso la sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Vibo Valentia e Provincia cui hanno partecipato Sua Eccellenza il Prefetto, il Direttore Generale dell’ASP e il Sindaco di Vibo Valentia, l’Onorevole Vincenzo Pasqua, il Consiglio Direttivo dello stesso Ordine e la Stampa, è uscito un documento programmatico di attività da perseguire per ridurre il fenomeno della violenza agli operatori sanitari.

Medico brutalmente picchiato a Vibo, l’Ordine professionale fa quadrato (VIDEO)

Nell’ottica della ricerca ed affermazione di una cultura sanitaria, come rilevato dal presidente dell’ordine nell’incontro con le Istituzioni e la Stampa, che intessi e permei i rapporti tra cittadini, medici e operatori sanitari per garantire il diritto alla salute, l’Ordine dei Medici Provinciale si farà carico di organizzare incontri formativi con le Istituzioni Sanitarie e Sociali, con le associazioni di Categoria e con gli altri Ordini Professionali della nostra Provincia intessendo i dovuti rapporti con il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria. Coinvolgere gli altri Ordini Provinciali dei medici chiedendo l’istituzione di un tavolo tecnico permanente per lo studio di questo evento sentinella previsto dalle norme ministeriali per realizzare una rilevazione precisa e attenta del fenomeno in tutte le sue forme, dalle meno gravi alle più gravi, anche al fine di effettuare comparazioni tra le varie realtà e di capire quali siano le situazioni da considerarsi maggiormente a rischio, per cercare di prevenirle.

I medici vibonesi vogliono ristabilire una alleanza terapeutica con i pazienti ed i loro familiari, ricucendo il rapporto fiduciario tra operatori sanitari e cittadini, che viene continuamente interrotto dalle criticità e dalle carenze organiche e strutturali. Il Direttore Generale con tutto il management aziendale provvederà all’organizzazione dei corsi di comunicazione rivolti a tutte le figure professionali sensibili e delle campagne educazionali per le modalità di accesso ai servizi e di sensibilizzazione su tematiche sanitarie di particolare interesse sociosanitario. E’ importante studiare le caratteristiche personali e le condizioni di lavoro di quegli operatori che risultano aver subito aggressioni ripetute, per poterli maggiormente supportare cercando di ridurre il loro livello di rischio. Gli strascichi psicologici sugli operatori sono meno rilevanti quando si sentono supportati dall’organizzazione per la quale lavorano, mentre possono risultare devastanti da un punto di vista professionale e personale quando l’operatore si sente lasciato solo ad affrontare il problema, dovendo magari tornare a lavorare nel luogo dove ha subito l’aggressione e con gli stessi pazienti.

VIDEO | Aggressione a Vibo, parla il medico dell’Asp: «Ho temuto per la mia vita»

Le Forze di Polizia, la Prefettura, la Questura e tutte le competenti Autorità insieme alle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, intervengano esercitando ogni loro potere al fine di ripristinare nei luoghi di lavoro del personale sanitario ed ausiliario, in cui accede il cittadino bisognoso di cure, la sicurezza necessaria a consentire un sereno ed efficiente svolgimento del proprio lavoro, senza sentirsi in apprensione per la tutela della propria incolumità fisica e potersi invece dedicare esclusivamente alla cura ed all’ascolto dei pazienti. Le Aziende Ospedaliere e Sanitarie nel segnalare questi episodi alle forze dell’ordine, anche se si tratta solo di minacce verbali o insulti, si costituiranno parte civile nell’eventuale processo penale e civile: questo perché, è bene ricordarlo, i medici e gli infermieri che prestano soccorso ai pazienti stanno svolgendo in quel momento pubbliche funzioni. Sono a tutti gli effetti pubblici ufficiali, come i poliziotti, i carabinieri.

Protocollo di intesa con i mass-media per una verifica più obiettiva dell’attendibilità di notizie evitandone la pubblicazione di quelle non vere e tendenziose: per non arrivare a disorientare i malati alimentando fra loro una condizione di “incertezza e sospetto”. Il miglioramento di un clima disteso e leale nel rapporto tra i mezzi di informazione ed il “pianeta” sanità non può che portare obiettiva e costruttiva opera educativa sociale.

Aggressione al dottor Carnovale, l’Ordine dei medici esprime sdegno e indignazione

top