martedì,Aprile 23 2024

Rinascita-Scott: obbligo di dimora per ex assessore di Vibo De Filippis

Nuova decisione del gip distrettuale. E’ accusato di scambio elettorale politico mafioso con i fratelli Orazio e Alfredo Lo Bianco

Rinascita-Scott: obbligo di dimora per ex assessore di Vibo De Filippis

Il gip distrettuale di Catanzaro, in accoglimento di un’istanza dell’avvocato Diego Brancia, ha sostituito la misura del divieto di dimora nel comune di Vibo Valentia con quella dell’obbligo di dimora nello stesso comune per Vincenzo De Filippis, 48 anni, di Vibo, docente di matematica, consigliere comunale a Vibo Valentia dal 2010 al 2015 con il Pdl, già assessore comunale all’Ambiente nella giunta guidata dal sindaco Elio Costa (e candidato alle Politiche del 4 marzo 2018 con la lista “Civica popolare” di Beatrice Lorenzin, alleata del Partito democratico) accusato del reato di scambio elettorale politico mafioso nell’ambito dell’operazione antimafia “Rinascita-Scott” della Dda di Catanzaro scattata a dicembre. Vincenzo De Filippis aveva lasciato gli arresti domiciliari su decisione dello stesso gip il 20 marzo scorso con il divieto di dimorare nel territorio comunale di Vibo. Ora, quindi, la revoca di tale ultima decisione e la sottoposizione all’obbligo di dimora nel comune di Vibo. Alla base della decisione del giudice anche l’impossibilità in tale momento storico di piena emergenza da Coronavirus di reperire un nuovo alloggio in territorio fuori dal comune di residenza. [Continua dopo la pubblicità]

Secondo l’accusa, Vincenzo De Filippis – quale candidato alla Camera dei Deputati in occasione delle consultazioni elettorali tenutesi in data 4 marzo 2018 ed allo stesso tempo insegnante all’Istituto Superiore Professionale “De Filippis – Prestia” di Vibo Valentia – e Orazio Lo Bianco quale esponente del locale di ‘ndrangheta di Vibo ed in particolare della ‘ndrina detta dei “Cassarola” – per il tramite di Alfredo Lo Bianco – esponente politico vibonese e all’epoca consigliere comunale al Comune di Vibo Valentia (pure lui finito ai domiciliari) – avrebbero stretto un patto che prevedeva la promessa da parte di Orazio Lo Bianco di procurare voti per il candidato Vincenzo De Filippis. Quest’ultimo avrebbe promesso di prodigarsi affinché Luigi Lo Bianco, figlio di Orazio Lo Bianco (fratello di Alfredo), venisse iscritto nella classe in cui insegnava De Filippis quale docente, e quindi gli venisse garantita la promozione al termine dell’anno scolastico. La contestazione è aggravata dalle finalità mafiose, cioè dal voler favorire il clan Lo Bianco. 

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