sabato,Aprile 20 2024

Omicidio Cricri nel Vibonese, la parte civile: “Atti alla Procura”

L’avvocato Giovanni Vecchio, legale dei familiari della vittima, sollecita la contestazione delle aggravanti della futilità dei motivi e della crudeltà nel fatto di sangue

Omicidio Cricri nel Vibonese, la parte civile: “Atti alla Procura”

Nuova udienza oggi davanti al gup del Tribunale di Vibo Valentia, Lorenzo Barracco, nel processo con rito abbreviato per l’omicidio di Giuseppe Cricri, ex candidato a sindaco del Comune di Dinami nelle amministrative del maggio 2013, e ritrovato carbonizzato nella sua auto il 22 ottobre 2013. L’avvocato Giovanni Vecchio, che nel processo difende le parti offese (padre, madre, sorella e fratello di Giuseppe Cricrì), ha chiesto al giudice l’affermazione della penale responsabilità nei confronti di Alfonsino Ciancio, 28 anni, originario di Gerocarne, ma residente a Piani di Acquaro, per il quale la pubblica accusa già nella scorsa udienzaha chiesto la condanna a 20 anni di reclusione. Contrariamente alle conclusioni a cui è pervenuta la pubblica accusa, l’avvocato Vecchio per conto dei familiari della vittima, ha chiesto al giudice di affermare la penale responsabilità dell’imputato previo riconoscimento della premeditazione del delitto.

L’avvocato Giovanni Vecchio ha altresì chiesto al giudice di restituire gli atti alla Procura per contestare all’imputato le aggravanti della futilità dei motivi e della crudeltà nell’omicidio.

Le altre due persone imputate per il medesimo fatto di sangue si trovano invece sotto processo dinanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro. In questo caso si tratta di: Liberata Gallace, 52 anni, del figlio Alfonsino Ciancio, di 28, e Fiore D’Elia, di 64 che dovranno comparire il 23 maggio prossimo dinanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro.

E’ toccato poi all’avvocato Rosario Lopreiato tentare di minare l’impianto accusatorio concludendo la propria arringa difensiva chiedendo l’assoluzione per l’imputato. Il giudice ha quindi rinviato il processo al 26 luglio prossimo per la discussione dell’avvocato Bruno Ganino e per la sentenza.

Giuseppe Cricri (in foto) risiedeva nella frazione Melicuccà del comune di Dinami, era separato e padre di una ragazza adolescente. Erano stati i familiari a denunciarne la scomparsa qualche giorno prima del ritrovamento del cadavere carbonizzato.

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La vittima avrebbe avuto una relazione sentimentale con Liberata Gallace, a sua volta era separata ma che continuava a vivere col suo ex marito nella stessa casa insieme ai loro tre figli. La donna non avrebbe accettato la fine della relazione con Cricrì per via di una donna romena.

Da qui la vendetta della donna con l’aiuto del figlio e del nuovo compagno. Il cadavere di Giuseppe Cricrì è stato ritrovato a Limpidi di Acquaro, località Petrignano, all’interno di un’auto data alle fiamme.

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